UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

18 11011 è che vecchiaia del 'anima ogni supposto rin– giovanimento. Il rimedio alla disperazione cri– stiana non sta nel rinnegare il cristianesimo, nel ripetere che Cristo « fascia di tedio l'anima " e « di tristizie l'aer contamina ll, no: il rimedio sta nel!'accettare la disperazione, nell'abbracciar– la cercando in essa, nel suo fondo e nel suo ;eno, il rimedio. Far diversamente, equivarrebbe a voler risol– vere i disinganni e le angustie d'amore castran– dosi, e credere che in questo modo si ritorna all'infanzia. No, nè l'eunuco è un bambino im– pubere, nè un pagano d'oggi, del secolo XX, è un greco dell'età omerica. Il primo è un eunuco, e l'altro pure. E la prova che questa disperazione li agita internamente, si è che i nostri paganizzanti por– tano odio al Cristo, sono cristofobi. Hanno ogni cosa, tranne la serenità. Il caso più acuto di anticristianesimo - al– meno in apparenza - per disperazione cristia– na, ce lo offre il Nietzsche. La sua speciosa teoria dell'eterno ritorno che si trae dietro i più fantastici sogni del platonico Pedone, non fu che un disperato volo nel vuoto per soddisfare l'inestinguibile sete dell'eternità individuale. Gli uomini di scienza più tranquilli e più sereni perdono intera la loro imperturbabilità, se sono aguostici, quando s'incontrano con tt11 semplice che crede all'immortalità della propria anima.

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