UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

16 mente pietà. Mi avviene con essi ciò che avve~ 11ivaa Pascal e cioè la loro apparente serenità mi irrita come mi irriterebbe la serenità di un bue del quale mi si dicesse che ha anima umana. Mi fanno l'effetto di q,iei sordi dalla nascita, a volte intelligentissimi ed illustri, che parlano con tollerante disdegno della musica giudican– dola dai calcoli geometrici fatti sulle curve che la vibrazione dei suoni imprime a questo o quel– lo apparato acustico. Non si può trattar di religione che religiosa– mente, quantunque si applichi ad essa la scienza. E nello stesso modo sono insopportabili tutti coloro che applicano alla scienza un criterio re– ligioso e vogliono una metafisica teleologica. Questa confusione fra i due campi ci ha por– tati alla teologia cattolica, figlia dell'applicazio– ne della filosofia stoicoplatonica alle speranze escatologiche dell'evangelo. La teologia cattolica vuol dimostrare l'esistenza di Dio,, e la Chiesa cattolica fulmina anatema contro chi, anche cre– dendo in Dio, insegni che è indimostrabile la sua esistenza. Il profondo male del cattolicesimo è il ra– zionalismo. Si vuol giungere a Dio col .-azio– cinio, e con raziocinio si giunge all'idea di Dio con la quale tentiamo di spiegarci, per quanto invano, la nostra idea dell'universo; ma a Dio come realtà trascendente e sentita, solo si arriva per la realtà dell'universo sentito, e la realtà del– /' universo sentito è per noi la n'ostra prop,ia

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