UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944

6 « riscontro nelle sue esasperazioni roman, « tiche di oltre cento anni fa, ebbe inca!, « colabili effetti. Perclzè l'abuso delle parole « e delle immagini corrode la barriera mo, « rale clze trattiene, filtra e matura i sen, « timenti nella loro autenticità. Disperde « il riserbo e il pudore clze sono garanzia « della sincerità e fermezza delle emozioni. « Provoca e attizza pensieri /al l ac,; emo, « zioni sterili e fittizie. Incoraggia a più « osare e prevaricare. Se ne generarono « un tumultuoso dissesto, un' ù1/lazione che, « dal campo dell'arte, dilagarono in quello « della vita pratica, del discorso comune, << dell'opinione. E più sacrificata di tutti Jù « la verità». Una «corrosione» clze lza toc, cato, quinci,; qualcosa di più di una poetica. A vevarno perciò proprio tutti i torti? Dovendosi cominciare a sbloccare da qualche parte l'imperversante paganità, ci parve giusto iniziare dall'arte, tanto più che qui da noi è questione forse ancora di solo clima. Si badi bene che non si vuole affatto adattare a tutti i costi l'arte a qualsiasi destinazione politica, sociale, morale. Non c'è nulla da adattare. C'è solo da riconoscerne la radice umana.

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