UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944
76 munque, superata. Con questo abbandono, non è però avvenuto quello totale del sentimento, ma soltanto quello del gioco dei sentimenti da cui ha origine la ricerca psicologica: e così que– st'arte, svolgendosi su una linearità di emozioni, carica la pagina d'esperienza poetica, o stili– stica, ma non narrativa». L'incoerenza, l'inuti– lità di tante ultime prove superficialmente con– vinte ad un dichiarato impegno narrativo, è in– vestita con esattezza è questa insicura condi– zione e timore a compromettersi in un impegno che potrebbero forse in altri tentativi trovare una ragione. Emanuelli indica ancora una volta l'unico motivo fondamentale del romanzo, la sua necessità: il gioco dei sentimenti. Frequen– temente è accaduto a noi di leggere in questi ultimi giorni di letteratura inviti più o meno distesi al romanzo, ogni volta siamo riusciti a riscontrare soltanto le troppe incertezze di que– sti discorsi bruciati sul filo dei compromessi, scialbi nell'accettazione di una enfasi uniforme, di un'attuale moda casualmente narrativa. Cre– diamo che in questi inviti, in questi accenni tiepidi e smarriti nella successione delle parole malfide sia la delusione, il distacco di un'effet– tiva paura del romanzo. Paura, diciamo, esita– zione e timore a compromettersi in un impegno così rigorosamente umano. Davanti a tali inu– tili esercitazioni di calligrafia il libretto di Ema– nuelli è praticamente, e senza avere l'arroganza delle sollecitazioni, un affettuoso invito al ro– manzo, ad un'indagine sull'uomo.
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