UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944
68 Perché abbia possibilità di successo deve guar– darsi da due ordini di errori : il pragmatismo pro– grammatico, che, svuotandolo d'ogni idealità creatri– ce, lo ridurrebbe a un semplice concetto di ordine, di equilibrio, di stasi; la sopra valutazione del mezzo (lo stato) rispetto al fine (l'Uomo), che renderebbe gli individui amorfi o sordamente ostili, perché li priverebbe della loro dignità di cittadini, responsa– bili delle proprie azioni e coscienti delle proprie capacità. L'esperienza cui abbiamo noi ,stessi diret– tamente partecipato ci dice come questi errori pos– sano condurre a dei cedimenti fragorosi, pur senza che nessun fallimento ideologico li possa giusti– ficare. Lo stato deve educare: poi deve rispettare i diritti che con l'educazione crea. Educare, perché cessi l'ondeggiamento continuo tra l'affermazione dei principii, la neghittosità nel realizzarli, l'insof– ferenza delle conseguenze. Rispettare i diritti del– l'educazione onde il cittadino possa conservare allo stato la sua fiducia ed offrirgli volonterosamente il suo contributo. Lo statualismo all'interno - come il nazionalismo in politica estera - sarà fonte di progresso solo fin che rispetterà la dignità dei suoi membri. Ogni individuo si deve sentir partecipe della vita sociale a causa della sua corresponsabi– lità. Deve veder rivivere nello stato i tre momenti della sua natura - uomo come pensiero, uomo come azione, uomo come fatto. Deve poter comprendere la sua identità in esso. L'educazione valga ad otte– nere il concorso di tutte le energie per il bene della comunità, ma serva anche a discriminare i diritti:
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