UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944
bene che gli altri componenti della società, diso– rientati, siano raccolti ed organizzati : in partiti o in eserciti poco importa, purchè questi organismi sappiano educarli agli elementari doveri civici e mo– rali, che sono comuni ed identici t>er tutti, qualun– que siano le idealità cui ciascuno si ispira. La vita sociale è una morale in atto. 1rfuovc da un motivo ideale, ma si realizza per fatti concreti. Nel primo la nostra scelta si ispira alla ricerca della ,·erità, nei secondi deve tener conto della realtà, della possibilità, della gradualità. Le masse degli uomini partecipano alla politica ormai per istinto. Sanno obbedire, ma vogliono essere rispettate. Occorre comprenderle, lasciando ognuno libero nell1iniziativa e nella scelta là dove l'educazione ne lo rende capace. Occorre compren– derle anche quando, per insufficienza di prct}ara– zione, pensano solo per astrazioni, non accettano le remore imposte dalla materialità della costru– zione e affrettano col desiderio le soluzioni. Com-– prenderle, ma non farsene trascinare. Nè il senti· mento nè fimprov,·isazione, di fatti 1 - grandi for– ze della folla - fanno parte dell'arte politica. Bi– sogna neutralizzarle organizzando la massa, e se– conciandone se mai i desideri con concessioni di forma. La politica esige il senso della realtà. Le pleiadi degli incompetenti possono parteciparvi solo di riflesso e indirettamente, perchè credono anco– ra nella possibilità di soluzioni perfette, definitive. La politica, è vero, porta giorno per giorno il suo contributo al progresso. :Ma le sue risoluzioni sa– ranno giudicate l'indomani un errore. Sia che la 59
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