UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944
delle donne o nella paura degli uomini? Grave que– stione era quella che mi proponevo dav\·ero. Intanto fremevo di impazienza e di insoddisfa– zione mano a mano che leggevo e che saltavo lungo quelle file di libri allineati nelle scansie del– la biblioteca. Ogni tanto disperato ed oppresso aprivo un quaderno e scrivevo. Mi rivolgevo delle grandi domande seguite eia grandi punti interro– gativi. Come vivere senza emozioni e senza gran– dezza? come sopportare l'umiliazione di un giorno senza sorprese 11011 perfettamente felice? Io sentivo l'umiliazione delle sconfitte e non aspiravo che all'ebrezza dei rinnovamenti; in fon– do alla mia pigrizia mi sentivo incatenato_!; mal– sano solo a tratti libero e splendido come un uccello che vola sul mare. In tanto oscura solitu– dine una sola via di uscita si presentava: infilarsi nelle strettoie degli umani schemi, segnarsi con l'etichetta di un mestiere o di una professione, ca– talogarsi senza pietà nel farfallaio intignato del– la collezione sociale; dovevo essere qualcuno a questo non c'era nè rimedio nè scampo. Nel mio sangue sentivo tutte le vite degli uo– mini, troppe vite per viverne una sola, troppa ab– bondanza al cli là di quei ferri, troppo splendore al di là della mia buia prigione. Di ogni cosa io ama– vo l'essenza, quel tratto che la riunisce al mondo dell'Universale e volevo raccogliere tutto nel– l'istante di mia Vita. Solo nei momenti dell'ispirazione, quando nella 47
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