UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944

46 rosa borghese famiglia nel cui seno ero stato al· levato fu distrutta nel giro di pochi mesi dai più varii accidenti fisici e morali, e io mc ne restai solo e libero sotto la benevola protezione di un tutore affarista per istinto e filantropo per elezio– ne. Questo raro protettore facoltoso e umanitario possedeva una bella villa dove conservava una biblioteca ben fornita senza alcun carattere (par– ticolare) il cui catalogo ed il cui stato di conser– vazione e diciamo pure di pulizia sembrava tradire una umile origine di circolante. Lì mi misi a leggere i capolavori dell'umanità, cogliendo sopra uno sfondo piuttosto uniforme di noia, entusiasmi sublimi e sublimi proponimenti. Ora non pensavo più a desiderare un'età superiore a quella che mi spettava naturalmente, ma pian piano i miei pensieri deviavano verso quello che avevo sempre pensato come il coronamento della mia disgraziata fanciullezza, qualcosa che dovesse smentire la saggezza dei miei maestri narcotizzati e affermare quello che sentivo le mie facoltà su· blimi. Dovevo innanzi tutto abbandonare *, un molto proprio fuori dei piedi posto di questo mondo; pensavo a Parigi e ad Amburgo come gran parte dei Crociati pensavano al Santo Sepol– cro non so con quanta i.erietà da parte mia e loro. Dovevo arrivare come uno studente che si cerca la camera nel Quartier Latino o come un milord travestito da turista che scende all'Hotel Ritz? Do– vevo farmi precedere dalla fama di uno scandalo e cli un duello oppure dalla illustrazione ignota di una nuova metafisica? Dovevo colpire nel cuore

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