UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944

28 rito di congiungere insieme le nostre vite, per fare un albero solo, ciascuno di noi libero e pro– ducente nel proprio separato genere, ma forman– do tutti assieme una primavera, una unanime fioritura. Occorre che noi siamo una cosa sola nello spirito, è tutto,. Cosa siamo personalmente è poi cosa di secondaria importanza. Ed è al suo inizio, questa nuova vita. Tutto è finito, nella vecchia vita. Nelle nostre vite re– state soltanto voi e Murry, noi consideriamo gli altri co·me se fossero al di là della tomba. Una morte e una tomba giacciono tra noi e loro. Essi sono l'altra parte della tomba, la vecchia, la parte lontana. Non dobbiamo guardare in– dietro. Non ci dev'essere alcuna retrospezione che sia introspezione, non più alcun ricordare e interpretare. Dobbiamo guardare innanzi nel futuro sconosciuto, come fiori che crescono in primavera. Poichè finalmente noi siamo nati di nuovo. Abbiamo incontrato uno o due giovani ap– pena uno o due, che hanno il germe della nuo– va vita in loro. Ma non ha importanza cosa essi siano personalmente. Murry li congeda con un sogghigno, per tutto quanto è in essi il passato, ma io mi attendo a quello che è il fu– turo, un motivo di contentezza. Lasceremo domani questo alloggio. Per Na– tale andremo da mia sorella nel Dervyshire. Sta– remo là sino al 29 dicembre. Allora andremo al cottage di B. in Cornwall, per viverci sino a marzo. Uno o due degli altri verranno con noi.

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