UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944
Lunedì, 20 dicembre 1915 Mia cara Katherine, La vostra lettera arrivò stamane. Sono tanto spiacente che voi siate così malata. Zeri Murry era qui quando arrivò la lettera, ed era molto sconvolto. Non siate triste. È una vita che si allontana da noi, un «io» che sta morendo; ma un altro sta entrando nell'essere, ed è il vostro felice e creatore « io ». Sapevo che avreste do– vuto mo,·ire assieme a vostro fratello; scendete dunque anche voi nella morte ed estinguetevi. Ma per noi esiste un altro sorgere dalla tomba, una vera risurrezione, e una netta vita da co– minciare, nuova e felice. Non vi spaventate e non abbiate dubbi, è così. Siete entrata più addentro nella vostra morte di quanto abbia fatto Murry. Egli la fugge - ma un giorno anche lui si sottometterà e oserà scendere, venire ucciso, per mo,ùe in questo « sè stesso» presente. Allora egli diventerà un uomo: non prima. Egli non è ancora un uomo. Quando starete meglio dovrete tornare e co– minceremo da capo, saranno i primi incerti gior– ni di primavera dopo l'inverno. Le nostre vite sono state tutte autunnali e invernali. Ora è mezzo inverno. Ma noi saremo abbastanza forti da piegarci, da passar via e rinascere. Vorrei così tanto che noi creassimo una vita in camu– ne, uno spirito nuovo, uno spirito di unanimità tra quelli di noi che sono desiderosi nello spi- 27
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