UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944
22 Precipitava scolorando l'Orsa e noi stupici udimmo in un delirio commuoversi la terra: nei cortili ribollivano i pozu; sui portoni i battenti picclziavano da soli; e sui letti, crudeli; i crocefissi. Cliini col cuore a un gemere lontano di belati innocent,; mentre un vento seccava il pianto agli occhi - noi restammo ad accogliere l'ira - ed ecco l'urlo delle prime radici che s'àttorcono sgomente dentro i sole/ii: la montagna si apre devastata e dalla piaga cola al piano la bava che castiga i vivi e i mortl; lava che condanna le sorgenti felici e i nidi ignari in attesa dell'alba sugli aranci. Il cielo piove cenere cocente sulle scapole scarne di chi /ugge la /uria candescente; nel traghetto dove l'obolo è sangue ai penitenti irruma le caviglie una corrotta spuma di fango. Vomica il cratere, rapiti dalle viscere marine, coi coralli riars,; i bianchi teschi
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