UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944

spirituale, calda come uno slancio. Si deve perciò davvero ritornare a risentire l'uomo misura di tutte !e cose, senza illusioni umanisticlze, ma con la netta coscienza della sua sostanza creatura/e, legata al, L'abisso ma desiosa di cielo, pervenendo cosi' a qualcosa di più pro/onda e sostan, ziale che non sia L'individuo. Troppo spesso invece il rapporto di umanità è ridotto a uomùzità, addizione di individui. Parrà cl,e ci si voglia fermare, allora, alt esaltazione della persona? Questo può essere il limite esistenzialr,, e nemmeno di quello kierkegaardiano. La conoscenza di sè stessi non è cl,e il primo in.omento, una condizione prelùninare al ritrovamento del/' umana condizione cl,e già Montaigne disse essere intera in eia, scww cli noi: « Clzaque lzomme porle en soi la /orme entiere cle L'lzumaine condi, tion », per cui Sl·amo vivi in un niondo di vivi pùì o meno diversi ma non dijfe, renti. Tra di noi e' è complementarità e l'angoscia cl1e ci domina circa il nostro destino, non è cl,e L'aspirazione a quella alleanza c/ze, .fiaccata, sempre torna acl illuminarci di speranze.

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