UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

64 quanta carità, quale fraterna comprensione e spontaneità di moti e di sentimenti tra la mi– nuta gente che si dibatteva per salvare pochi ,·i– cordi. Quell'onda di umano affetto. e di gene– rosa pietà che muoveva tutti, fu di grande consolazione e si può dire oggi, al ricordo di tanta innata e spontanea virtù, che la nazione non morirà; ferita e lacerata, troverà in questo suo cuore, in questo suo i11esauribilecarico di civile sopportazione, la via per riprendersi. Non mi nascondo che l'educazione a una vita poli– tica, la maturità a un libero esistere fra popoli liberi è ancora una conquista da conseguire len– tamente attraverso l'educazione della mente e dello spirito di ciascuno; ma l'arduo e delicato compito penso trovi una agevolazione nelle doti istintive di umana socievolezza rivelate nella tristizie di quei giorni. Detto questo, vien facile dirle per quale via si metteranno i quaderni che da tempo si vuol pubblicare. Se mi venisse di poter spingere a una più cosciente fraternità e a 11110 più chiara visione dei propri limiti e destini anche uno solo d, noi, lo considererei già un risultato soddisfa– cente. Infine, 11011 si chiede che di conoscerci me– glio, di chiarire il perchè del nostro vivere qui, in mezzo agli uomini.

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