UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

E qui potremmo riferirci alle premesse logi– che o acquisite delle sue letture; ma sebbene ci tornerà facile la nota di Quasimodo in certi levigamenti e sospensioni di voci, ((( Al tempo delle vespe d'oro». (( Ti cacciava la sete a gola aperta - a piedi nudi sulle crete - il passo hsto all'insidia delle serpi») o il discorso ùi Montale in alcuni incisi, (Questa traccia esi– tante senza fine - è la tua sorte; se passi il confine - la Morte può coglierti nel segno) tut– tavia le cose più raggiunte sono di un accento inconfondibile e personale: Campi Elisi, Narni Amelia Scalo, Riva T, L'Olona, etc. Il destino che Sinisgalli propone alla sua li– rica è legato ad un argine, certo, previsto, m~ non per tanto meno considerevole e il cerchio in cui egli misura la fantasia cederà, dilatan– dosi, al calore insofferente della sua melica. La promessa ci è parsa evidente (e ci è cara) in alcuni tratti dei (( Campi Elisi» e massimamen– te del (( Cacciatore indifferente» (vedi qui cc La ,·osa non ti somiglia»). Ad una lettura più at– tenta in Sinisgalli si rivela quasi un attrito al canto per un urgere degli argomenti su parole di continuo riprese tra le pagine; sono per il poeta le parole chiavi, le parole pilota (luna, rosei, dolce, sangue, foglie, grido), sono le ca– denze fisse che segnano il suo ritmo interno. A proposito va detto, giacchè da altri per lo studio dell'educazione lirica di Sinisgalli si è fatto il 77

RkJQdWJsaXNoZXIy