UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944
mente bello e preciso questo motto se lo dedi– chiamo anche all'architettura per l'Uomo: lo zelo della tua casa mi consuma! In antico lo zelo supremo era per il tem– pio, per la cattedrale, la Casa di Dio. Oggi sia per la casa dell'uomo. Eresia? Noi, gli archi– tetti, onorando l'Uomo nelle sue essenze pro– fonde e sacre di creatura e di società di crea– ture, intendiamo onorare Dio in essi, cooperia– mo a salvare Dio in essi e con Egli a salvar loro. Quanto più fare elevalo il concetto morale dell'Uomo nella prima delle arti, l'architettura, tanto più prevarrà sulle forze distruggitrici e malvagie il rispetto per l'Uomo, come creatura di Dio, e s'allontaneranno gli atroci mali che una perduta coscienza dei valori umani va in– fliggendo all'umanità. Mi son mosso dalla definizione protagoriana per condurre il lettore, attraverso vie consuete, ad identificare in quale altro modo - oggi - l'architettura si adegui all'Uomo, in senso mo– rale e sociale anzi che fisico e dimensionale. Questo è appunto il fatto importante il quale sussiste al di fuori di ogni riferimento. Considerata a se, l'affermazione protagoriana, patente in se stessa ed estensibile dialettica– mente ad interpretazioni late, vien voglia di di- 23
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