UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943

6 Eppure quest'ombra d'uomo che sem,, briamo, ben soffre. Accumula tali e tanti dolon· che bisogna pure andarle z·ncontro. Lo so, le case crollate non si rialzano con un mannello di parole; eppure bisogna trovare il modo di camminarle incontro con una comprensione fraterna, che viene dal sentirci legati tutti quz: a questa comune eredità di dolore cl1e è la vita. Non rù metteremo in pz·edi le case ruinate, non è questo in fondo che si aspetta da noz: ma scioghere i grumi che dz'stanzz·ano, liberare una voce che parli « come huomo dz· cosa humana » può già essere un con/orto per questa umanità che non sa pùz vivere se non tra l'orrore e il sangue. E sentirlo come il più urgente e il più alto dovere nostro di uomini di lettere, perchè infine mi pare che sia proprio quz: dove pesa la più nera notte: nel nostro cuore, nella figura di creatura che ha perso i limiti e offende il cielo col sangue sparso. Bisogna che ciascuno di noi assuma netta la re,, sponsabilità della perdita di « charitas » avvenuta, dello smarrimento totale dei rapporti. Occorrerà allora portare nuovamente nella letteratura, anche nel!' arte, tutte le nostre ragioni umane, non lasdarle fuori

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