UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943

64 direzioni, come abbiamo precisato all'inizio di questo appunto, sono del resto schietta– mente romanzeschi, contengono un'adesione ed una fiducia convinta ali' impegno del romanzo; un qualche ostacolo alla purezza della propria narrazione Piovene trova piut– tosto nella lingua. La sua è una lingua scelta e bella ma legata ai colori, ad una certa ma– niera; proprio in essa si avverte a volte un impaccio, un nodo alla distensione che esige la narrativa, allora parole e frasi si dispon– gono in un gioco seducente ma sterile di immagini, di inflessioni preziose, le azioni e i pensieri, i gridi ripiegano in mollezza, in odore impuro di << prosa d'arte »; poi la ingannevole vernice letteraria si lascia nuo– vamente scalfire dall'umana angoscia e noi lettori torniamo a misurare il nostro disgusto, l'orrore e la compassione per le vicende dimenticate momentaneamente in un rischio di eccessiva letteratura. Ma forse la prosa risponde senza che egli ne sia consapevole alle convinzioni di Piovene: come egli si propone di non raggiungere mai effettiva conclusione in un giudizio e dalla possibi– lità di un giudizio si distrae frequentemente con le risorse della sua malafede, così la sua

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