UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943
strutturalmente una mmore fusione in una più accentuata episodicità (e con questa affermazione speriamo essere salvi dalla mo– notonia di ripetuti confronti, monotonia ed inutilità che vogliamo risparmiarci, evitando anche la presunzione di richiami esterni ad altri nomi). Piovene rimane fedele alla tec– nica dell'episodio: « La Gazzetta Nera» presenta alcuni racconti avvincenti e riusciti collegati da una fragile architettura, cara all'archivio classico della novellistica. A noi leggendo, è sembrato di avvertire troppo che gli incerti casi di Giovanni Dorigo sono soltanto pretesto alla presentazione di voci di diversi protagonisti. Forse manca a Do rigo l'intensità delle proprie inquietudini e manca la possibilità fisica di vivere i diversi episodi come attore o ascoltatore. Potremmo segnalare qui, come altri ha fatto, quei racconti che sono a noi apparsi migliori, ma confessiamo che ci ripugna giu– dicare un romanzo a brani, a frammenti: per quanto Piovene sembri dubitoso sulla definizione, pure egli ha eccettato l'indica– zione di romanzo per « La Gazzetta Nera>>, e quindi anche i rischi e la responsabilità di essa. I suoi -interessi di scrittore, le sue 63
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