UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943

coli' assillante ritmo dei rapporti - mi sentivo assordare. Ma il pensiero di un' inesorabile fine, decisa e poi portata con sè per sei mesi, senza lasciare trapelare nulla, mi sconvolgeva: ero in ansia per l'amico, volevo sapere il perchè di questa agonia, e speravo con tutta l'anima che non fosse stata dolorosa). Risolsi di morire nel modo più naturale possibile e cercai per questo l' aiuto della medicina. Ma vole'Vo lasciare una parie della decisione al destino : per riconoscenza, non per vigliaccheria. Avevo facilità di procurarmi veleni e cercai i più difficili a constatarsi. Volevo che solo tu sapessi, non volevo dare nessuna soddis/azione ai medici che 'Vedevo esaminate il mio cadavere. Di lutti i veleni conoscevo le dosi terapeutiche e le dosi letali - per cui cercavo il modo di lasciare una parie al destino. Pensai prima a ire diverse dosi, in capsule uguali, di cui ne avrei presa una, distruggendo le altre; ma il pensiero mi sembrò troppo volgare, il giuoco troppo facile; mi vergognai di non avere saputo pensare altro. L'idea venne più lardi. Credetti di avere trovato il modo, prendendo di ogni veleno una dose intermedia fra la sicuramente mortale e 27

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