UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943
22 avere il polso abbastanza sicuro per farlo. Mi analizzo così, perchè sento di essere già morfo - non sopravvivo più. Tu non eri ancora mio amico quando in– contrai per la prima volta la Morie. Fu un principio di asfissia, nel laboratorio dell'Uni- 1'ersitò. Ero andato nella stanza dei gas per una reazione ed avevo il naso brucialo dal– ]' ammoniaca e dal solfuro di ammonio. JVon mi accorsi che la cappa era otturala e che il gas, in1'ece di venire aspiralo dalla pompa, si riversava nella stanza. Credetti ad un punto di dover vomitare e decisi di arri– vare fino al gabinetto. Mi diressi verso l' ac– quaio per prendere un sorso d'acqua. Non respira1'o più da un minuto, forse. Vidi ancora il rubinetto; allungai una mano per aprirlo e sentii il bisogno di chiudere gli occhi. Dietro le palpebre ebbi ancora un lampeggìo giallo e 1'erde marcio, - e nessuna altra sensa– zione fino alla cefalea che accompagna1'a il risveglio. Mi avevano salvato con la respira– zione artificiale, con qualche iniezione. Se fossi staio solo, sarei morfo - e non avrei avuto nessun pensiero: sarei morto impre– parato. Quando mi si snebbiò il cervello questo
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