Unità proletaria - anno II - n. 19 - 8 ottobre 1973

I • 3 LULA E LA SIR Un piccolo Comune contro il colosso petrolchimico,per la difesa dellaSardegnaproletaria La Sir ohe va all'assalto dei profitti nella Saroegna centrale in· comincia a trovare la vita dirficile. Le popolazioni sarde hanno ormai un'esperienza drammatica circa gli effetti delfindustrializzaziooe petrolchimica. Miliardi di denaro pubblico regalato, profitti colossali accumulati dalle grandi industrie private, mentre aP.a società satde si danno gli effetti di degradazione economica, di scoovolgimeoto del territorio, di inquinamento deM'ambiente e delle acque, di congestione e di carenze delle strutture civili. L'industria venga pure, ma la società e i lavoratori hanno il diritto di difendersi, di contrapporre ad essa un potere popolare e un programma di obiettivi che impedisca ai petrolieri di avere tutti i vantaggi e alle popolazioni di pagare tutti i costi. e di pastori possano formare il suo cammino e bloccare la sua prepotenza. Quali sono gli interrogativi che l'assemblea ba sollevato rispetto all'insediamento di Rovelli? In primo luogo ba chiesto garanzie contro l'inquinamento. Questo è il senso del dibattito condotto nell'assemblea popolare tenutasi a Lula, dove i compagni del PdUP e del Manifesto e i lavoratori presenti hanno battuto le tesi degli avvocati di Roveli che sono i notabili democristiani. E poi come la mettiamo con l'acqua del Cedrino? I conti non tornano se per dare lavoro a 2mila persone nell'industria se ne espellano 3-4mila per il crollo dell'agricoltura. Inoltre quale sarà la sorte futura dei lavoratori che costruiscono la fabbrica? Saranno assunti come operai, oppure, dopo aver lasciato le loro vecchie occupazioni, verranno licenziati e, finiti gli stabilimenti, dovranno emigrare? Inoltre l'insediamento di un fabbrica determina spostamenti di popolazione che richiedono case popolari, asili, scuole, servizi pubblici, e non può essere il bilancio di un povero comune della Sardegna a far fronte a queste esigenze, ma deve essere il bilancio ricco della grande azienda impinguato di denaro pubblico. La Sir intende impiantare una fabbrica nel Sologo, per la cui costruzione ha ottenuto decine e decine di miliardi gratis dallo Stato e dalla Regione. Il comune di Lula ha posto delle condizioni e ha chiesto delle garanzie precise prima di concedere la licenza di costruzfone. U dittatore petrolchimico della Sardegna, Rovelli, ha perso le staffe. Lui, che è abituato ad essere servito dai grandi notabili democristiani, dai ministri, dagli alti burocrati dello Stato, non può tollerare che un piccolo comune, che una assemblea di minatori La linea di comportamento del comune di Lula e dell'as• semblea popolare hanno tracciato le prime importanti indicazioni per un programma di lotta nella Sardegna centrale contro lo sfruttamento del territorio, della società e dei lavoratori da parie dei grandi petrolchimici che credono di poter venire in Sardegna con la grinta dei colonizzatori. L'AGRICOLTURA IN SARDEGNA Una crisi manovrata,per sintetica • • • • • la bistecca L'assdto agricolo della Sardegna, fortemente intaccato ndla sua configurazione tradizionale, 6i trova alla vigilia di svolte ra1icali e sconvolgenti destinate a mutarne il -volto con la peoetrazioo~. anche nel settore primario, del grande capitale continentale espe,- lendo gli altuali oeti economici ed emarginando lavoro. L'agricoltura 5&tda ha subito nell'ultimo ventennio uo catastrofico salasso di foru occupate. Esse sono passate dalle 221 m1la unità nei. 1951 alle 91 mila od 1971 scendendo dal 51 per cento aJ 21 per cento della popolazione attiva. li crollo dell'occupazione in agricoltura ha ioteressato prevalentemente i Iavo.-atori dipendenti, le piocolissime aziende contadine, mentre sopravvive un tessut.> di piccola e media impresa cont.1di n8 e pastorale che ha dimO&trato una certa capacità di resiste11ZJ e cht- rappresenta l'unica tram,, sociale ed economica che sostiffle mtere zooe, costituita dagli ort~ frutticoltori del Campidano cagli:>- ritano, dai contadini oristane;i. dai viticultori dell'Oliastra e dai 35 mila pastori barbaricini. Tuttavia il calo degli investimenti in agr;. coltura, passati dal 64,4 miliard: ne! 1963 a 44,6 miliardi nel 1970 te!timonia un deterioramento prc-- g,essivo di questo settore. La percentuale del reddito agricolo. sul reddito lordo interno è passata dt.I 23 per cento (1963) al 16.7 p.:r cento (1970). Crollodell'agricoltura Alrmtemo cli questo decl:no complessivo de\ ruolo dell'agricoltura in Sardegna sono avvenute importanti roodificaz.ioni che in• dicano precise linee di ten-Jenz:. (vedi tabella n. 4). C'è stata, ne: corso degli anni sessanta, una riduzione del peso degli allevamenti nel prodotto agricolo, peso che resta tuttavia rilevante. Al.l'intemo ckgli allevamenti c~ una cresclta vistosa dellrmcidenza dei bovi01 a scapito degli ovini. li valore degli ortofrutticoli prodotti in Sar· egna ha superato, con un balzo eccezionale, il valore prodottt dagli allevamenti ovini. ll piano di industrializzazione petrolchimica della Sardegna centrale giunge con effetti dirompenti dell'assetto agricolo-pastorale. Questi investimenti industriali si collocano infatti come comoetitivi e sostitutivi all'economia agropastorale esistente. Gli obiettivi del piano (elaborato dal ISVEST) parlano chiaro: «la pastorizia Jov,l! venire ristrutturata, diminuendo fortemente il numero deg·,i addetti». La sottrazione delle acaue da parte dellrmdustria, i progetti di destinazione di vastissimi terreni, ora a pascolo, el'3 forestazione e ai parchi naturali, insieme con una politica di strangolamento economico dell'economia pastorale portano all'eliminazione dell'attuale figura del pastore. Gli aumenti dei costi dei mangimi, insieme con la caduta del costo del latte, stanno colpendo duramente la pastorizia. E' significativo il rilancio che sta per avere il parco del Gennargentu cos1 come l'atto provocatorio di concessione di 270 ettari demaniali del comune di Orgosolo ella cartiera di Arbatax per il rimboschimento e l'ampliamento della base militare del Salto di Quirra. Il carattere disgregante degli insediamenti industri-li della Sardegna centrale rispetto alle struttu• re agricole si può comprendere in tutta la sua portata se si pensa che le otto zone pastorali della Sardegna interna, con i loro 600 mila abitanti (45 per cento della popolaziooe sarda) registrano il 50 per cento della popolazione attiva occupata in agricoltura. Il nuovopadrone petrolchimico In questa situazione l'industria petrolchimica, con la sottrazione di quella materia prima essenzia• le, già scarsa, che è l'acqua per l'agricoltura, dovrebbe erodere rapidamente le struuure agricole. li problema d, U'acqua è destinato a diventare drammatico in Sardegna sia per gli usi civili sia per l'uso irriguo. Oggi la situazione è la seguente: sui 300 mila ettari irrigabili le disponibilità attuali per irrigare concernono 60 mila ettari, di questi, però, solo 26 mila sono effettivamente irri3a1i. Succede intanto che propri., quegli invasi di acqua riservata all'irrigazione ma non utilizzati per carenze di allacciamenti e di sistemi di canali, vengono sottraili dall'industria impedendo ogni ulteriore sviluppo dell'irrigazione agricola. E' quanto previsto per esempio per la diga del Cedrino nel Sologo, le cui acque saranno preleYate dall'impianto SIR. li Cam. p:dano oristanese sarà duramente colpito dagli impianti industriali di Ottana. Non è casuale che, alcune settimane fa, i contadini della sinistra e della destra del Tirso hanno dovuto eL-vare accese p~ teste pe1" il raddoppio de) costo dell'acqua, chiara manovra per provocare l'abbandono delle campagne. Contemporaneamente assistiamo al diffondersi di importanti società anonime in agricoltura con l'agevolazione finanziaria della SFIRS. Troviamo la Eurovit, la Valsarda, la Bosco sarda (del grande gruppo Bastagi), la Albos ecc.; in gran parte sono società per l'allevamento zootecnico; alcune, come quelle che fanno capo alla cartiera di Arbatax, congiungono forestazione e allevamento di bovini. Il piano·came ...chimica 5 piani per le zone interne elaborati dal Prof. Orlando nel 1971 per scorgere quali sono i piani del capitale: l'agricoltura dovrebbe basarsi sulla vite (vino da taglio}, suì vitellone da carne e sull'arboricultura. Occorrerebbe, secon• A risolvere il problema dei man- do il prof. Orlando, sfoltire rapigimi per questi allevamenti do- damcnte le campagne dando penvrebbe pensarci l'industria chimi- sioni anticipate e vitalizi ai conca. A Sarroch sorge infatti lo sta- tadini e ai pastori che lasciano la bilimento della ltal1>roteine (Sa- terra e premi a quei pastori che ras-chimica e BP) che dovrà pro- sono disposti ad emigrare dalla durre 100 mila tonnellate all'anno Sardegna con le loro greggi. di bio-proteine per l'alimentazione Ma l'aggressione capitalistica a). animale. E' naturale che a questi l'agricoltura, la crisi e l'emarginaambiziosi progetti di produzione zione dell'economia pastorale e d; carne andranno i finanziamenti conta~ina, non può essere _un p~odei progetti speciali per il «piano c~sso !"~olore, ~.nza gravi ten_s10carne» della Cassa del Mezzogior- m soc,ah e poht,cbe. Raccogliere no e c'è il rischio che il piano e organizzare la lotta, l'opposizioregionale per la pastorizia serva ne anlicapitalistica nelle campa• a cacciare i pastori e a foraggia-, gne diventa un momento imporre i grandi capitalisti che entra- tante dell'impegno di classe e nelno nel campo della zootecnia. la costruzione di un fronte sociaBasta vedere l'impostazione dei le di lotta in Sardegna. Tabella 4 DATI SULL'EVOLUZIONE INTERNA NEL SETTORE AGRICOLO Peso degli allevamenti sulla produzione agricola allcvamcnii ovini bovini prodotto vendibile in miliardi allevamenti ovini ortofrutticoli di cui: ortaggi 1955-1957 53 o/o 55,5% 22,5 25,8 miliardi 14,3 miliardi 8,5 miliardi 1966-1968 48 o/o 36,8% 35,9 23,8 miliardi 41,6 miliardi 31,5 miliardi Bibliotecaginobianco

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