L' U N I V E R S I T À L I B E R A 297 giudizi e di convenzioni. Non è un individuo determinato da ' un'attività personale; è, uno qualsiasi, -l'animale sociale. Perchè non sa nulla di sè stesso, osa giudicare gli altri. Osa condannare quella che il ritmo della sua respirazione sonnacchiosa addormentava. E lui che cade sotto tutte le sprezzanti indulgenze, spinge l'oltracotanza sino a perdonare o assolvere. Ora, egli condanna, e assolve - tale è il caraU:et·e ,della scempiaggine sociale - secondo i risultati. Qui c'è-, lègato a un cadavere, un essere che sente il primo appello del~a vita. Fragile ancora, povero abhozz,o incert"o, Nora, che dovrà•frearsi tutta quanta, ha anzitutto bisogno di spezzare il vincolo ir).fame e di staccarsi con la fuga dalla compagnia asfissiante. Ma ecco, ne L'Anitra Selvatica, un'altra; faccia del pensiero d'Ibsen. Il fotografo Hialmar ignora che la_ moglie Gina abbia avuto un amante e che la relativa agiatezza òella famiglia sia dovuta a quest' an ica colpa. Gregorio "r erle, ingenuo idealista, gli fa sapere la verità che, secondo lui, creerà nei due esseri una .nobile e salutare crisi d'anima e permetterà loro di fondare la vera unione. •Ma Gina resta_ nella sua massiccia incoscienza, bestialmente innocente. Il vanitoso Hialmar, chi:! prima declamava frasi soddisfatte, pensando ora all'atteggiamento che conviene a un uomo come lui in una tale situazione, declama frasi dure o dolorose. Presto la vita ricomincerà press'a poco qual'era prima, altrettanto superficiale e più ignobile, con qua e là ore d'acrimonia e gi_ornate d'odio srgreto. Ma la crisi ha ucciso l'essere più incantevole e più affettuoso, Edvige, la figlia di Gina. Davanti al compassionevole cadavere, Hialma·r varia le sue declamazioni. E il medico Relling spiega a Gregorio, tra: i meritati rimproveri, che la maggior parte degli uomini ha bisogno della <( menzogna vitale » e che è un ass_assinio volergliela strappare. Meraviglia dei critici francesi. Questo Ibsen, che vo\eva la verità alla base di tutti i rapporti umani, eccolo che fa l'elogio della « menzogna vitale,,. Jbsen, mettendo in ridicolo ~ condannando Gregorio vV~rle, canzona e confuta sè stesso. Niente affatto. Nora ha ragione perchè agisce su sè stessa. Gregorio ha torto perchè cerca di agire su altri. Nora ha ragione d'essere .un'individualista. Gregorio ha torto d'essere un apostolo e un riformatore. A me solo, io ho il diritto e il dovere di dire le verità pcrsonnli e di rivolgere gli appelli dell'ideale. Appena parlo ad un altro, sono forse davanti a un fan-· tasma formato d'abitudini e di menzogna vitale. Non ho che il diritto di dire le verità generali. Queste basteranno a destare quelli che possono sopportare la veglia. Resteranno incomprese dagli altri. O, se preoccupano per un momento ed irritano contro di me, saranno il fardello a tutti profferto, su nessuno caricato, da cui il rlebole si allontana subito con indifferenza.
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