L'università libera - n. 10 - dicembre 1925

292 L'UNIVERSITÀ LIBERA - con la Roma del Tevere e con quella dell'Ellesponto: e Attila si. preparò al colossale conflitto, armando ed equipaggiando i cinquecento o seicentomila guerrieri che si tenevano pronti ~d accorrere sotto le sue insegne. Dapprima l'Unno diresse il suo attacco contro l'impero bizantino, dove regnava un monarca debole e dissoluto, Teodosio II: respinte facilmente le imbelli truppe greche, giunse. fin sotto le mura di Costantinopoli; e soltando cedendo l' Illiria e pagando un gravoso tributo Teodosio comprò dal suo vincitore la pace e una precaria esistenza. Sbarazzatosi così di uno dei suoi rivali, non fece più mistero del suo proposito di scagliarsi sull'occidente, assoggettando le Gallie per poi ~operare le Alpi e puntare su Roma. Come si diffuse in occidente la notizia dei propositi e dei preparativi militari di Attila, un indicibile terrore pervase le popolazioni minacciate .. Gli abitatori della Gallia, direttamente minacciati dall'ambizione unna, ravvisavano i. più fune.sti presagi in ogni fenomeno del delo e della terra. Troppo noti erano questi barbari,' che la fantasia popolare diceva generati nei deserti scitici da accoppiamenti di streghe e di spiriti infernali, troppo nota l'implacabilità loro, perchè le Gallie non credessero giunta la loro ultima ora. Nei decennii precedenti, bande di soldati mmi, nelle tregue fra l'una e l'altra delle loro guerre nazionali, si erano arruolate al servizio di Roma, combattendo sotto le insegne cesaree contro altri barbari aggressori dell'impero: e così i romani avevano imparato a conoscere non solo di f:,una ma anche coi p ·oprii occhi quei selvaggi dall'aspetto truce, quei cavalieri dall'orrendo volto, dalla pelle livida, dai piccoli occhi profondamente infissi nella testa, dal naso schiacciato, dalla- barba rara ed ispida, che vivevano di carne cruda e di latte acido e quando difettavano i viveri bevevano il sangue dei loro cavalli. Di fronte alla grandezza del pericolo, l'imperatore romano, Valentiniano III, comprese la necessità di collegare contro Attila tutti i popoli che ancora non gli obbedivano. Valentiniano aveva una sorella, Oqoria, che qualche anno innanzi, cedendo alle imposizioni di Attila, aveva promessa in isposa a costui: ma quando Attila era parso meno terribile, l'imperatore aveva dimenticata la promessa e concessa Onoria in moglie ad un patrizio romano. Per trovare un pretesto a rompere in guerra contro Roma, Attila chiese a Valentiniano l'adempimento dell'antica promessa. Valentiniano rispose che Onoria non era più libera, e che un matrimonio fra cristiani essendo indissolubile, egli non poteva togliere la principessa' al marito per unirla in matrimonio al re unno. Questi replicò che sarebbe venuto in persona, alla testa del suo esercito, a prendersi la sua fidanzata; dichiarò guerra a Roma, e passò il Reno, che allora formava il confine tra i possedimenti unni e quelli romaJt,

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