L'università libera - n. 10 - dicembre 1925

318 L' U N I V E R S I T À L I B E RA festazione dell'Intelligenza, dell'Amore e della Volontà. Le· religioni che invecchiano coltivano la metafisica e si volatilizzano in astrazioni. , · 'T-1 ~ La più vera e più semplice trinità religiosa, quellà che nel tempo emerse per prima e- si conserverà ultima, è la consacrazione di un fatto naturale, fra tutti i1 più importante, cioè la relazione del Padre, della Madre e del Figlio. La madre pa dovuto esser nominata per prima. Tra gli dei come tra gli uomini, l'ordine si realizzò attraverso la famiglia, cioè con la famiglia matriarcale. Anzi, per molto tempo non ci furono che la madre e il _figlio, tanto che la madre doveva guardare bene in faccia il- figlio per dire il nome del padre effettivo. La Madre degli dei e degli uomini passava una volta per la meno casta delle spose. Ma questa non era' altro che un'espressione poetica: la terra, nella sua verde gioventù, si mostra cosi prodigiosamente feconda, che non si_os_ava attribuirle un solo sposo. Eppure, non ne aveva altri fuor che il Dio del Cielo; ma questi si trasformava ad ogni momento, travestendosi in mille forme, ognuna delle quali diventò il tipo d'una specie vegetale, d'una razza o umana o vegetale. Il Cielo, o principio maschio, dava la forma - «l'idea», dicevano i Greci, - mentre la materia era fornita dalla terra, la femmina per antonomasia. Questo tema fu sviluppato da infinite poesie popolari, tra cui vi è forse nota la versione pr.ovenzale, della quale il poeta Mistral ha fatto la sua Canzone di Magalì. L'amante si sottrae al suo amante, ma come Galatea, che si rifugiava sotto i salici, fugge per essere inseguita. Essa si fa leonessa, biscia, uccello e pesce; ma l'amante accanito dietro a lei, si metamorfosa in pesce _piì1grosso, in uccello pii1 rapido, in cervo più veloce, in leone dalle unghie più poderose. Nella prossima primavera, nasceranno dainL e leoncelli, nascerà pure il Cigno di Leda. Questa figura d'amante insaziabile, dimentica dei focosi slanci della vigilia per non pensare che a quelli dell'indomani, potrebbe ben risalire alla pii1 remota antichità, quando la donna, semplice femmina, rivaleggiava con la leonessa e con la lupa. E pensiamo alle madri divine dell'Asia, all'impudica dea Sira, nel suo tempio di Hieropolis, alla sua sorella Cananea, che i profeti di Yahvé, il Misogino del Monte Sinai, chiamavano la Gran Prostituta, quell' Astarte, celebre per i suoi amanti, Attis, Adonis, Thommur e quanti altri! Tra p·adre e figli, e amanti i più eruditi teologi possono fare delle distinzioni. In contrasto con l'adultera sposa del signore Baal, un antropofago a cui venivan serviti dei. fanciulli arrostiti; in contrasto con quel deplorabile Adonis, altrettanto vizioso quanto affascinante,-· com'è pura la famiglia vicina, quella d'Iside e d'Osiride, col figlio Oro. Osiride, giusto, tenero e pietoso. Un eroe è Oro! Iside, la pii1 soave immagine che l'umanità abbia contemplata. Iside ~ la madre, Iside è l!l sposa, Iside è la s~rella, Iside è la,

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