L'. U N l V E I\ S l 'l' À L I B E R A 291 Così rafforzati, si lanciarono contro i Goti, li vinsero, e li costrinsero a varcare il Danubio: un accordo con l' imperatore rç,mano permise ai Goti di stabilirsi nelle provincie romane situate a sud del gran fiume. Ma non era possibile agli Unni lìestare tranquilli nelle nuove sedi conquistate: mandarono di là spedizioni in Asia, devastando e saccheggiando l'Armenia e l'Anatolia; mentre altre loro schiere entravano nella penisola balcanica, desolavano la Mesia e la Tracia, portando dappertutto la strage e l'incendio. Usavano radere al s1Ìol6 le città prese d'assalto, sgoz.zare l'intiera popolazione, tranne le donne e i fanciulli che traevano in schiavitù; sottopone~ 11"0 i prigionieri di guerra ai più raffinati e mostruosi supplizi; tramutavano in deserti le floride regioni dove si erano abbe-<ierati i loro cavalli. Nessuno dei popoli barbari che li aveva preceduti nell'invadere le provincie romane lasciò un ricordo così spaventoso come quello che si accompagnò alle loro gesta: i .Goti, gli Avari, gli Alani, i Vandali parvero angeli in confronto dei diabolici guerrieri unni. Le stesse" donne degli mrni gareggiavano coi loro mariti nel dare prova di ferocia, nell'infierire sui vinti: e le leggende raccontav mo che dopo la vittoria bevevano il fresco s~ngue dei vinti scannati. · •ì Quando già una serie di re abili e fortunati li aveva condotti ad un alto grado di potenza, quando già dagli Altai originarii erano giunti al Danubio, il destino diede loro un capo che fu uno dei più valorosi e dei più accorti conquistatori dell' antichità: Attila. Egli, e suo fratello Bleda, salirono al trono l'anno 434, alla morte del re Rua loro zio: per otto anni Attila si adattò a dividere il trono col fratello: poi, avido di regnare solo, uccise Bleda e si trovò capo unico e incontrastato del suo popolo. Quand_o Attila iniziò il suo regno, lo Stato di cui si trovò padrone occupava già una immensa estensione. Obbedivano al re unno gli Ostrogoti, i Gepidi, gli Eruli, i Rugi. Appena cinta la corona, Attila vinse i Burgundi, domò tutte le nazioni che vivevano fra il Mar Nero e l'Adriatico, spinse le sue armi fin nella Svezia e nella Scandinavia. I Longobardi e i Marcomanni si riconobbero suoi vassalli. Cosicchè ormai egli, come scrisse Chàteaubriand, << dal fondo della sua città di legno, fra le praterie della Pannonia, non sapeva quale delle sue due braccia stendere per impadronirsi dell'impero cl' oriente o idi quello d'occidente, e se gli convenisse cancellare Roma o Costantinopoli dalla faccia della terra».' Intorno all'anno 440, cioè quando Attila fu unico re degli unni, lo riconoscevano per loro signore tutti i nomadi delle steppe tartare e: sarmatiche, tutte le tribù slave, quasi tutte le razze germaniche, insomma il mondo barbarico quasi intiero, dal Caspio e dal Mar Nero fino al Baltico e al Reno. Dopo Roma, non si era visto mai un impero così ~~sto e p_oJ~!_1J~E--ra fatai~ che esso si urtasse cori J.{oma
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