316 L' U N I V E R S I T l L I B E R A Questa unità presto intravista, almeno a baleni, gli uomm1 ancora incolti e di -moralità grossolana non potevano comprenderla come risultante da uno sviluppo spontaneo, ma credettero che dovesse risultare dalla sottomissione di tutti ad ordini coattivi. Di conseguenza, ogni nazione partì in guerra per sottomettere le nazioni vicine, e le altre, e poi le altre ancora. Bisognava far guerra dovunque, per imporre la Pace universale. · Abbiamo migliaia e migliaia d'utopisti di questo genere, che fanno appello alle baionette per affratellare i cuori, e caricano le mitragliatrici con la Dichiarazione dei Diritti dell'uomo. Sesostri, Serse e Cambise già sguazzavano in questo ideale. Ma le confederazioni che si diedero un re, s'accorsero presto che per assicurare la loro superiorità sulle tribù vicine, dovevano mantenersi senza tregua sul piede di guerra; dovevano acquistare il predominio all'estero con la schiavitù all'interno. Testimoni, gli Zulù di Gxatka e di Musselekatri, la Francia sotto Napoleone I. La gloria maschera malamente la miseria. Quante volfe l'invocato uomo giusto non arrivò che per assidersi sul trono del tiranno! Ma « colui che noi chiameremo », il nostro uomo, farà meglio degli altri. Il nostro Dio si ri'sveglierà infine! Durante la feudalità del medioevo, gli uomini trovavano in ogni città diversi pesi e misure; di baronia in baronia, trasmigravano di giustizia in giustizia; essi credettero che i loro mali sarebbero finiti quando tutte le borgate, tutte le baronie, tutti i contadi obbedissero allo stesso signore. E l'Europa ebbe la visione d' un Papa, che leggerebbe nell' Evangelo gli ·ordini da trasmettere all'Imperatore. L'Europa dimenticava che l'esperienza era stata già fatta. Con Marco Aurelio, lo Stoico infiammato di. rettitudine e di verità, chi non avrebbe creduto alla realizzazione del Buon Governo! Marco Aurelio fece tutto ciò che poteva fare un Imperatore di Roma. Salvò la sua anima, ma non salvò l'Impero. E dopo di lui venne il figlio Commodo, un pazzo furioso. - Ma si spera contro speranza! Gli adoratori del Dio unico in Cielo e dal Gran Monarca sulla terra, non avevano compreso che il Re non fa gli uomini giusti, neppure decretando pene draconiane, e che Dio non renderà giusto nessuno. per mezzo dell'inferno. Eppure, il Dio terribile giustiziere fu per molto tempo - e resta sempre - il grande ideale del monoteismo. Dei semplicisti, Arabi e Beduini, predoni, abitatori dei confini del deserto, credevano che, in qualità di Despota Universale, l'Altissimo potesse decretare a suo piacimento che il male sia bene, o che un bastone non abbia due estremità. Si trovarono dei Giudei, dei Cristiani, dei Musulmani, per approvare la teoria del dio Capriccio e Arbitrio, il quale aveva il diritto di dire: << Prima· che i fanciulli fossero nati, io amavo Giacobbe e odiavo
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