L' U N I V E R S I T l L I B E R A 818 E nel calore del giorno, mentre . il maestro e i discepoli stanchi dormivano sotto un palmizio, apparve l'Angelo Gabriele. . - Amico di Dio, io ti dirò perchè la montagna, stamane, non ha obbedito al tuo ordine. Al primo appello, tu avevi pensato: È ben grossa, la montagna! E al secondo appello, tu pen- • sasti: È ben lontana, la montagna! E la_ montagna pensò: Come sono grossa! Com'è lontano il nostro Signore Mohammed ! Eppure si scuoteva. Se non partì, ~lielo impedivano le tue riflessioni: se tu avessi semplicemente pensato: Montagna vieni! la montagna sarebbe venuta, in nome del Misericordioso». Eppure, checchè ne' dicano gl'intellettu listi, ogni religiol)e ha la funzione di dare al credente un Dio personale, un dio fatto _ r.e.r.Jui. Perciò il popolo resta politeista o superstizioso; e resta ·· ta e;-nfalgrado la religione ufficiale e tutto ciò che hanno potuto fare letterati e liberali. Il Popolo, così detto, s~ sente una cosa enorme, ama le cose enormi. È un Ciclope. Tuttavia proverebbe facilmente qualche siyipatia per i mistici, perchè i mistici sono pure dei passionali. Ma la sua passione caratteristica è francamente egoista, e non lo nasconde, l'ostenta. Gl'intellettualisti l'infastidiscono e l'annoiano, ha disprezzo e un po' di timore per queste strane persone, che mangiano il vento e lo 'digeriscono. Le balordaggini dei suoi dei lo divertono, si diletta delle loro enormi stupidaggini, coperte talvolta di un grossolano buon senso, molto pesante, molto rozzo. Commentare i simboli, unificare i miti, trovarne il significato morale, ma· che ci venite e raccontare? Quelli che gli :,ono imposti e quelli che gli sono stati trasmessi, Polifemo li trova ancora troppo vaghi e astratti; li localizza nel suo ambiente immedia.to, li frantuma e li riduce; per maneggiarli più comodamente li trasforma nelle proporzioni della sua statura intellettuale e morale, che non ha nulla di gigantesco. Conscio della sua forza, fa a meno di fantasie, si dà favoriti e -favorite, si largisce un santo patrono, e poi un altro: Così, in terra di Francia, il favore di Jacques Bonhomme fu prima per san Martino, poi per san Dionigi e infine per san Michele. . · Passi ancor~ quando un santo succede a un altro santo. Ammettiamo che san Francesco abbia dei diritti con san Domenico. Non ci scanda1izziamo che un san Giacomo Maggiore malmeni il suo san Giacomo Minore. Ma contro sé stesso! Ma la Buona Signora che caccia via la stessa Buona Signora! Cosi vediamo che una devota si dà da fare con più sante Vergini. La beghina è socia di numerose confraternite ed arciconfraternite; a questo titolo porterà sulla sua santa persona numerosi cuoricini d'oro, d'argento, d'alluminio, di cartone duro. In primo luogo s'inginocchia davanti alla santa Vergine della chiesa cattedrale - à tout seigneur, tout honneurl Esalta la santa Vergine della parrocchia. Magnifica la santa Vergine della cappella preferita. Si raccomanda alla sa1~ta Vergine sulla sua
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