L' U N I V F. R S I T l L I B F. R A 301 gota. Sorge nel nobile e ampio paesaggio dove s'incontrano le due vallate, dove s'urtano e si mescolano i due ruscelli per formare il gran fiume umano. Talune delle parole con cui lbsen definisce il terzo regno mi fam~p temere che il suo idealismo sia adulterato da un poco di materialismo e che ci sia sul suo sogno non so quale pesantezza eudemonistica. Sembra proprio che annunzi all'individuo la potenza materiale insieme allo slancio spirftuale. Forse che la felicità è una forma la cui materia non ha alèuna importanza, una statua che non ò meno bella o meno preziosa per esser scolpita in una pietra povera. ' ( Forse - non so - crede anche che gli uomini dell'avvenire entreranno tutti o quasi tutti in questo terzo regno. Se lo crede s'inganna ancora. Anche la sua cronologia, se è più di un simbolo o d'un semplicismo d'espressione, diventa ~n altro errore. Pochi uomini, in qualsiasi epoca, hanno pienamente posseduto la conoscenza e la gioi-a di vivere. Pochi uomini furono, nei secoli piì1 devoti, perfetti e completi cristiani, appartennero potentemente al regno della croce. Taluni, da molto tempo, sono entrati nel terzo regrlo: non fu chiuso ai Socrate, agli Epicuro, agli Epitteto. E sempre qui, come nei paesi meno l'argamente umani, ci saranno molti chiamati e pochi eletti. Saranno eletti soltanto quelli che sentiranno venil'e, non dall'esterno, ma da sè stessi, il nobile appello, la vocazione, l'ordine efficace di ,respingere le costruzioni esteriori, interessi o doveri che siano, per obbedire solo alla costruzione interiore e per diventare. pienamente ciò che sono. HAN RYNER ALESSANDRO BLOK: L'amore, la Poesia e lo Stato. Dialogo. Prefazione di Paolo Flores. Edizioni di «Fede», Casella Postale Orlac 14, Roma. L. 1,25. In un elegante volumetto, adorno di. una copertina deliziosa di Vinicio Paladini, in stile romantico, è pubblicata la prima traduzione italiana di un dialogo ironico e sentimentale del grande poeta russo, morto appena qualche anno fa. Lo scritto risale al 1907, cioè subito dopo-la prima rivoluzione 1 ussa, e i motivi politici che in ·esso sono drammatizzati, presentano in sintesi la crisi degli intellettuali e degli esteti di fronte ad una affermazione degl'ideali di rinnovamento sociale. Ma non c'è un preciso intento di prop11ganda, e neppure si tratta di un lavoro teatrale; al più potrebbe essere paragonato per l'ispirazione e per le conclusioni di amaro scetticismo ai dialoghi delle « Operette morali » del nostro Leopardi; con quel tanto, e non poco, di diverso che nasce dalle preoccupazioni sociali e dallo spirito decadente dell'autore russo. Si ritrova qui la stessa arte che i lettori italiani hanno già ammirata negli « Sciti » e nei « Dodici »1 ; e anzi la forma dialogica dà maggior risalto al sarcasmo profondo e all'ironia sottile che svelano l'essenza di ogni regime autoritario. La traduzione, accurata e fedele, nulla. toglie alla perfezione del testo; la prefazione si estende opportunamente a tracciare un profilo del poeta e della sua opera, con i necessari accenni .ad avvenimenti politici recenti e lontani, e vi è da segnalare una originale interpreta:tione del misticismo rivolu:donario del poeta.
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