L'. u .N I V E n s I T À L I Il E n A ~are cose, fatti .e se~timenti nel loro aspetto superficiale ed esteriore, ma poi, procedendo nel ragionamento, attraverso ripetizione di frasi che si ampliano sempre più, si approfondisce fino a scoprire ed a svelare la radice occulta d'ogni cosa, d'ogni fatto e d'ogni sentimento. Il ragionamento è lento, ma proced,e sicuro: logica tagliente! È come il ritmico battere d'un martello soprà un ferro incandescente: a forza di colpi la materia si foggia secondo la volontà dell'artefice. t pensiero che si svolge intorno ad un'idea· centrale: quella del dolore umano. Il problema del dolore è il problema principe che domina la vita; è realtà immanente. E tanto più l'uomo, trascinato per << cattivi sentieri » si lascia travolgere nel turbine ·della brama, quanto pii1 il dolore che lo tormenta si fa intenso èd angoscioso. Dice Gotamo Buddho nel discorso primo del « Tronco del Dolore i> : << Che cosa è ora, voi monaci, soddisfazione della brama? ·çinque facoltà df bramare vi sono, o monaci : e quali cinque? Le forme penetranti per la vista nella coscienza, le desiate, amate, appaganti, grat_e, corrispondenti alle brame, eccitanti; i suoni penetranti per l'udito nella coscienza, i desiati, amati, appaganti, grati, corrispondenti alle brame, eccitanti; gli odori penetranti per l'olfato nella· coscienza, i <lesiati, amati, appa- .ganti, grati, corrispondenti alle brame, eccitanti; i sapori penetranti pel gusto nella coscienza, i desiati, amati, appaganti, grati, ·corrispondenti alle brq.ine, eccitanti; i contatti penetranti per tatto nella èoscienza, i desiati, amati, appaganti, grati, cortispondenti alle bram~. eccitanti. Queste sono; o monaci, le cinque f,icoltà di bramare. Ciò che riesce di desiderabile e grato, cdnforme a queste cinque facoltà di bramare, è soddisfazione d~Ila brama ». Traducendo 1n linguaggio positivo le frasi sopra riportate, si può dire che la brama, in senso buddista, non è altro che la volontà di soddisfare i nostri cinque sensi : volontà morbosa ed in·quieta che .tormenta; ine-sorabile come un destino, i nostri sentimenti ed i1 nostro spirito. Piì1 avanti Buddho continua: « Che cosa è ora, voi monaci, ' miseria della brama? Un figlio di famiglia, o monaci, si procura il suo mantenimento con un ufficio, sia come scrivano o come contabile od amministratore, come agricoltore o come mercante· o .òoroe allevatore di bestiame, come soldato o ministro del re, o con qualsiasi altro servizio; è esposto al caldo, è esposto al freddo, deve sopportare sole e vento, dibattersi tra zanzare, vespe e rettili; viene consumato da fame e sete. Ma ciò, o monaci, è miseria della brama, è il palese tronco del dolore, originato da :braµia, contesto· da brama, cons•ervato da brama, determinato appunto da brania. » « Se a questo figlio di famiglia, o monaci, che così si atfa-
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