L' u N I V E n s I T À L l B E n A 269 amanti. Si potrebbe obbiettare che le prostitute non si danno all'amore per piacere; certamente no, nel periodo in cui lo praticano e sotto troppe forme poco piacevoli per esse; ma al principio della sua carriera una prostituta è quasi sempre stata la v1 tima del_ suo temperamento, delle sue curiosità viz.iose, della sua- par .. ticolare inclinazione al male. Per quale magia gli utopisti cambierebbero l'ordine delle reazioni in un sistema nerv.oso? A meno - ciò ch'io credo - ch'essi non giuochi~o- sulle parole, conver- , ranno, ed è del resto l'opinione di Féré, cne ciò che costituisce la prostituzione, non~ il salario, ma la prgmiscuità. Allora il matrimonio, applicato a tutte le coppie, a merio che non gli si. accordi un valore misterioso di sacramento, in che raffrenerà seriamente la promiscuità? Il matrimonio, ancor civ,ile, ha forse sulle malattie veneree l'effetto della stola di sant'Uberto? O forse gli utopisti credono che nella loro utopia il matrimonio sarà rispettato? Ciò dipenderà dal rigore della legge. Ma i· Germani applicavano, in materia di adult,erio, la pena di morte, e avevano occasione di applicarla. Talvolta degli uomini, anche vili, preferivano la morte a certe tristezze: avverranno molti suicidi nel paradiso dei legislatori d'amore! '' 'I III. Qual'è la in orale dell'amore? Nessuna, all'infuori dei codici e delle usanze sociali, di cm 1 codici, per essere saggi, devono essere la redazione; ma in tutti i paesi civili l'usanza sociale, in ciò che concerne le manifestaz.ioni sessuali, si confonde colla libertà assoluta. Questa espression~, paese civile, è forse ipotetica: se non può avere applicazione nel presente, poichè viviamo sotto il giogo d'una morale nemica degli istinti della no~tra razza, ci trasportiamo, per comprenderla, al glorioso periodo'. dell'impero romano, ai secoli calunniati dai demagoghi cristiani, o dell'Italia del Quattrocento, o della Francia di Francesco I. L'amore, anche nelle sue manifestazioni pubbliche, è di dominio privato; e ha tutti i diritti, precisamente perchè è un istinto e l'istinto per eccellenza (6). È ciò che riconoscono (6) Tutti conoscono versi di Baudclaire contro quelli che vogliono « nelle cose dell'amore mischiare l'onestà>>. Questi versi sono la parafrasi d'un detto ardito della Tullia di Meursius (Colloquitnn VII. Fescennini): « Honestatem · qui quaerit in voluptate, tenebras et q1Ìaerat in luce. Libidini nihil inhonestum ... ». Nota nel testo. « Colui. che cerca l'onestà nella voluttà è lo stesso che cerchi le tenebre nella luce. Nella passione nulla v'è di disonesto ... ». Coloro- che desiderano conoscC'rc questi interessn;1ti ,cd ..• edificanti colloqui di Tullia e d'i Ottavia leggano « L'Oeuv1·e libertine de Nicol.9.S Cho_rier », edita da « Bibliothèque
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