268 L'UNIVERSITÀ LIBERA d'uno sconosciuto o - quel ch'è peggio - a profitto d'una astrazione, d'uno dei termini del dizionario? Quale il valore esatto? Quello di un atto di servitù. Le schiavitù volontarie sono le peggiori: il sacrificio è sempre volontario, poichè implica almeno il consentimento del martire. Quando, dunque, si domanda agli uomini di sacrificare i loro piaceri personali alla prosperità della società, si chiede loro di agire da schiavi, df rimettere alle leggi il governo delle loro sensazioni, la direzione dei loro gesti, la gestione genefale delle loro sensibilità. Noi ritroviamo il gregge coi suoi stalloni privilegiati, le sue femmine riproduttrici e la turba dei neutri sacrificati, sotto il pretesto del bene generale, o una utilità che non ha più alcun rapporto con la conservazione della &pecie. Il diritto d'una legislalura medica atta a regolamentare l'amore potrebbe essere estesissimo, tali e tante sono le fantasie che l'utilità sociale ispira ai Licurghi moderni! Schopenhauer proponeva la castrazione come castigo dei criminali. Niente di più scientifico. IJnedici lo imporrebbero non più ai soli delinquenti, ma a tutti i tarati dall'eredità: mezzo radicale di sopprimere in poche generazioni le diàtesi trasmissibili. Ecco i bovi della prateria sociale: che ne faremo quando sararino grassi? Ma la questione non si pone ancora. Si tratta solamente, « in nome dell'utilità attuale, ch'è la morale attuale, n di ridurre l'amore agli atti coniugali, di far regnare infine la legge mosaica, di cui gli uomini non conoscono ancora tutta la dolcezza. L'utopista, avendo attuato questo sfo.rzo originale, si arresta e dubita; non di se stesso, ma della possibilità di effettuare il suo ideale. Questa debolezza ci priva di considerazioni pungenti sullo stato attuale dei costumi e sulla natura umana. Vi si supplirà. L'utopista è un tipo molto ben conoscitito c.he si può fare a meno di ricordare. Vi sono due maniere di vivere: nella sensazione e nell'astrazione. L'utopista, anche uomo di scienza, anche eccellente osservatore di fatti minimi, abbandona, allorchè vuole generalizzare le sue idee, ogni contatto colla realtà. Vedendo, per esempio, che la prostituzione dilaga nelle società moderne, ne conclude immediatamente: la prostituzione è un fatto sociale, e legato a una certa forma della società. Costruite una società in cui le giovani saranno maritate a diciotto ari.ni e non vi saranno più prostitute. Codesta sorta di ragionamento· non manca di eleganza. Tuttavia se s'insinuasse che la prostituzione è un fatto umano, prima d'essere un fatto sociale, si arriverebbe senza dubbio, per analoghe deduzioni, a provare che tutte le società, quali che siano, anche se ordinate secondo· le immaginazioni più sci;upolose, conterranno delle prostitute, e tutte in numero press'a poco eguale. La prostituzione cambierà di forma sociale secondo la forma della società, ma non cambierà che di forma. Nessuna legge impedirà nè una donna ciarliera di parlare, nè una donna lasciva di cercare degli
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