L' U N I V E R S I 'I' À L I Il E R A 267 Tuttavia se si analizzano queste parole, paese, naz.ione, società, popolo ed altre d'ineguale imprecisione, vi si troverà sempre per elemento essenziale l'uomo; è questo l'elemento, che ha la sua importanza, e &he i sociologi si studiano di misconoscere. Sod~isfatti del Gargantua che hanno laboriosamente creato, fanno stare tutti gli uomini nelle tasche del suo palandrana, e il mostro li divora ad uno ad uno, come fa dei buoi, dei montoni e dei frati il padre di· Pantagruel, secondo le' 1mmagini di Gustavo Doré. L'uomo non è nulla, è· vero; ed è tutto, essendo la condiz.ione stessa dell'esistenza del mondo. Il 11;1ondo,che è creato da lui, è anc6ra creato per lui, e le Società! in cui egli ]\On è che un atomo, appena che l'offendono, diventano odiose e forse caduche. Si tenga per vera questa massima: tutto ciò ch'è utile all'ape è utile all'alveare; e non si tenti di capovolgere i termini, se non si vuol passare per dei semplici facitori di giuochi di parole. La sensibilità è nell'uomo e non nella sbcietà, si tratta di me e di me solo, an-ehe quando io rifiuto di separarmi dal gruppo sociale. Il vero cemento d'una comunità è l'egoismo; allorchè un uomo si fortifica e s'ingrandisce, egli assicura per ciò solo la salute e la potenza <iella repuhblica. , L'id'ea di sacrificio è fra le piit perverse che abbia intronizzato il cristianesimo. -Messa in atto,. si esprime così: negazione di un bene conosciuto in favore di un bene ignoto. Si sa ciò che si sacrifica e il piacere di cui ci si priva; si ignora la vera ripercussione di questo sacrificio negli altri, e spesso il male che noi ci procuriamo·sarà p.er il nostro prediletto un male piit grande ancora. Quante donne ► poichè si tratta d'amore, avrebbero dovutç, per la loro eterna felicità, essere violentate, e quanto hanno so(- ferto della riserva troppo nobile del loro amante! E quanti ragazzi, e particolarmente giovinette cristiane, allevate al poppatoio del sacrificio, la cui vita spaventosa trascina come una catena uno dei versetti del vangelo ebreo! Se una società non può vivere senza la nozione e la pratica del sacrificio, non so s'è cattiva, ma è certamente assurda. La forza e i diritti d~lla forza; essa li scavalca ponendo attraverso il mondo degli aforismi avviluppati di virtù come delle trappole nascoste sotto delle foglie morte. Il sacrificio, se non è un atto spontaneo d'amore, se è imposto da un catechismo o da un codice, è uno dei delitti più ripugnanti che l'uomo possa commettere contro se stesso: che questo sacrificio sia d'un uomo a un altro, o d'un uomo a. un gruppo, non cambia aspetto che per· aggravarsene. È ancora un piacere di rinunciare a un piacere, per assicurare la gioia o la tranquillità di un essere amato; ed è un piacere perchè è un atto egoista; perchè compiacere a un altro se stesso, è compiacer se stessi. Qui noi siamo nella regola naturale e nella logica della sensihiliUt. Ma qual'è il valore della rinuncia che va a vantaggio
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