228 L' U N,I V El\ SI T l LIBERA internazionali perchè la cultura ·europea era limitata a quelle poche nazioni che erano state campo delle guerre di conquista di Roma imperiale. Oggi il mondo della cultura s'è fatto ampio. Ai congressi internazìonali di scienza o di filosofia parlano giapponesi ed indiani, e giovani nazioni stanno entrando, a vel•e gonfiè, nella cultura europea: come la Ceco-Slovacchia e la Jugo-Slavia. E la Russia ha davanti a sè un avvenire egemonico nel campo industriale e commerciale. TORNARE AL LATINO? Il latino che fu lingua internazionale al tempo dell'Impero Romano e per tutto il medio evo, nel secolo XVIII non era usato ormai che dai matematici, come Leibniz, Newton, Eulero, 'Gauss, e da qualche giurista. Oggi, scienziati che si servono del latino ve ne sono ben pochi, se pur ve ne sono. Diverse proposte sono state presentate di tornare al latino scolastiço, ma scuole classiche, specie nei paesi neo-latini, non assicurano la padronanza del latino. Quanti, anche dopo otto anni di studio, potrebbero scrivere o parlare in latino? . Di ritornare al latino, quale unica lingua della scienza; fu presentata la proposta dal Prof. Pascal, e da altri, nell'adunanza 5 luglio 1917 dell'Istituto Lombardo di scienze e -lettere. E la proposta ebbe l'adesione 'di scienziati, letterati ed uomini poli- .lici d'Europa è d'America. L'Istituto doveva tenere nel novembre di quell'anno, un'apposit~ seduta per studiare i mezzi più opportuni per tradurre in atto tale idea, ma la seduta non fu tenuta nè allora nè poi. Al congresso di polizia di V~enna, nel settembre del 1923, fu avanzata la stessa proposta, ma fu respinta a grande mag- ·gioran~a .. Rimangono le lingue internazionali inventate o artificiali. E vi sono ormai 140 sistemi di lingue internazionali! Sarebbe come dire 100 Società delle Nazioni! Le lingue internazionali sono ·quasi per intero artificiali. Un numero non molto grande di parole-madri, scelte dall'invento.re, a suo arbitrio, da lingue naturali vive e morte, e determinate regole, anch'esse fissate arbitrariamente. · Il destino delle lingue artific:iali è di morire per le divisioni tra gli aderenti per la sostituzione di elementi arbitrati con altri pur essi arbitrari. Si formano delle associazioni, ognuna delle .quali batte la gran cassa in favore· del proprio sistema, e il pubblico finisce per diffidare. Tanto più che "i propagandisti delle lingue artificiali annunciano che in· pochi giorni ci si può impadronire del sistema da •essi diffuso ed invece, quàndo uno incomincia a studiare, si accorge che la lingua artificiale non è
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