252 ,, L' u N I V E n s I T À L I B E n A diavoleria; e se il vuoto potesse esistere, dal moment? che tutto lo spazio disponibile è occupalo da diavoli ·e demom, - come ~ffermava il gran Lutero. « O re dei cieli, tu che creasti la terra infinita, la terra incommensurabile! » - leggiamo nel libro dei Maccabei. Questa terra -- a_nteriormente a Cristoforo Colombo - questa terra dalle. vaste pianure, seguite da altre pianure senza limiti, e da foreste e deserti, questa t•erra poteva a cora bastare alla moltitudine degli angeli decaduti. Ma, come abbiamo detto, doveva pure. alloggiare i .suoi morti. Ogni generazione ne reca una nuova infornata, •e di quest~ generazioni non si riesce a tenere il computo. Infinite sono le foglie della foresta. E le foglie d'un tempo, quelle che nei secoli passati, ogni autunno, s'accumulavano nella profonda foresta, quante e quante sarebbero se la putredine non le avesse fatte scomparire, se la vegetaz-ione non a.vesse ripreso la loro materia! I cristiani s•e la cavavano, se la cavano sempre, col miracolo, che non costa caro. Miracolo di più o miracolo di meno, che importa? Più grande è il prodigio, maggiormente meritoria è la fede. Si sono quindi ferma ti al sistema di un inferno infinita- - mente elastico; d'uno spazio che racchiude moltitudini immense, ma che può condensarsi nella capocchia d'uno spillo. Come dice l'apostolo Paolo: « La fede non è di tutti. » Ma, ben presto, i precristiani e i non-cristiani a~evano compreso che a lasciar crescere liberamente il numero degli spiriti, questi finirebbero per soffocare i vivi, ed era opportuno utilizzare di nuovo queste anime, prima che dilagassero in terra, cielo e inferno. - Si ·offriva una soluzione, evidente, ineluttabile: i morti ritornerebbero in vita dopo av•er dimorato nel Paese del Silenzio. Fu deciso che la Terra, tanto fortemente commista a detriti cadaverici, da poter passare per polvere di tombe - « tutto mummia», diceva la guida alle Piramidi mostrando la campagna circostante, - che questa cen~re costituirebbe la materia di nuovi organismi, che quelle anime morte ritornerebbero ad essere anime vive, dopo aver dimorato per un tempo più o meno lungo negli elementi: aria, acqua, fuoco. Tra la mela che cadé' dall'albero e lo sbocciare della primavera, bisogna attraversare le lunghe attese dell'inverno. C'è il riposo, il riposo apparente prima d-ella rinascita, mistero dei misteri. Per gettare qualche teriue luce in questo abisso d'oscurità, raccontiamo 1~ credenza dei montanari vallesi e tirolesi, cattolici devoti e sinceri quanto altri mai. Costoro pret-endono che i loro ghiacciai, specialmente quello d' Aletsch, ai piedi della lungfrau e det Finster Aarhorn, siano nella loro immensa estensione pJeni zeppi di « Pov-ere Anime », in tal numero che sareb- ~e impossibile mettere un piede tra le teste. I viaggiatori inuna- ,
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