L'università libera - n. 8 - ottobre 1925

248 L'UNIVERSJTl LIBBRA paese dell' Al di là.~Quelle mosche che vennero fuori dal sangue sparso e· dalle carni infette, rappresentano gl'innumerevoli abitanti del regno tenebroso, che è ancora raffigurato dalla cittadella · di Golocumba, _la prigione in cui le anime sono ri~serrate, finchè queste son cresciute a tal numero di far spaccare le muraglie. L'eroe salvatore rappresenta qui il Figlio di Dio, che fa saltal'e le porte dell'inferno, recando la liberazione. Ma, per il momento, .non si tratta di spiegare i miti e di volatilizzarli in idee astratte, ma di afferrar bene l'idea che sino a poco tempo fa si aveva dell'altro mondo •e specialmente del numero dei suoi abitanti. Il racconto che abbiamo citato è poesia barbara, - ma del resto noi siamo qui per informarci sulle nostre origini barbare! Simili immagini sono certamente eccessive. Ma in questo caso, la voluta assurdità dà rilievo all'innumerabilità delle anime, che, nel giorno della resurrezione, prenderanno il volo, sfuggendo alla loro odiosa prigione. I Primitivi, nel loro linguaggio, .non dispongono che di mezzi primitivi. Gli scienziati s'ingegnano di fare meglio, ma il maneggio d'enormi quantità è loro egualmente difficile. Trovano difficoltà ad esprimere in tonnellate il peso del Sole, ed· in secoli la _distanza che percorre la luce d'una stella per giungere sino a noi, o il tempò che fu richiesto per la condensazione d'una cometa. E quando, da questa part•e, siamo abbastanza commossi e sconvolti, gli stessi· scienziati si voltano e ci conducono nel mondo minuscolo. Calcolano che una pompa pneumatica lascia ancora delle molecole d'aria, dopo il centesimo colpo di pistone; dicono il numero delle vibrazioni 'che le oude effettuano in un secondo per darci la sensazione di un colore; computano quante volte ha palpitato il nostro timpano ascoltando l'Invito al Valzer, suonato sul violino. Questi fisici c'inebbriano di cifre, ora disperatamente grandi, ora disperatamente piccole; giuocano e scherzano con le quantità, finchè noi non sappiamo più distinguere tra il miliardo e il miliardesimo. Per maravigliarvi, i poeti rustic!, i cantatori ambulanti si regoleranno diversamente; vi diranno che forti torrioni crollarono sotto il ·peso delle lignuole, zanzare, mosche, moscerini e mosconi che s'abbatterono sulle torri e sulle muraglie. Il romanziere Huysmans, l'autore di A ~ebours e Au-delà, diceva ultimamente: « Lo spazio è popolato di microbi. È maggiormente sorprendente che rigurgiti pure di spiriti e di larve?» Insomma, i selvaggi ·e i nostri campagnuoli comprendono il numero e la funzione degli spiriti presso a poco. come i fisici comprendono le funzioni e il numero dei microbi. I professori ci dicono come questi piccoli esseri, questi minuscoli organismi lavorano il vino e la birra, come :fissano utilment,e l'azoto nelle piante leguminose, come generano crup, difterite, colera e altre malattie infettive. Se si traducessero in canacco le diss•ertazioni

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