L' U N I V E R S I T À L I B E I\ A 247 _,, s'avviluppano; i vecchi strati cedono sotto il peso dei nuovi. Alla sabbia del mare e del deserto, alle gocce di pioggia, disputano il posto, si mescolano alla polvere delle camere, delle cantine e delle soffitte, marciscono tra le muffe, esposti agli affronti di una scopa brutale, che d'improvviso li risveglia, li trascina via, li rotola e li sparpaglia. « Che resta dell'uomo?» chiedeva l'onnisapiente Sidrac. Ed egli stesso rispondeva: « Un po' di terra, un po' di cenere! » Pensate! I vivi non sono certo una piccola schiera! Ma quanto più numerosi i morti! No, mai si arriverà ad immaginare quanti ne contiene il mondo! Come vedremo tra breve, queste anime volentieri s'incorporano in· ins·etti e farfalle, forme che esigono poco posto e poca materia. Ebbene: di questi spiriti trasformati in effimeri, una volta, ne accorsero bande sì fitte, si n·arra, così fitte che un gigante, il terribile Kalevide in · persona, non potè resistere a loro; dopo lunghi •e penosi sforzi,. non potè traversare le loro moltitudini; fu costFetto a confessarsi vinto e a tornare indietro. La gente d'Orshova racconta che nel tempo antico, il gran san Giorgio offrì battaglia allo spaventoso Drago che devastava i loro quartieri. Con l'aiuto di Dio, il buon cavaliere stese morto il mostro. « Alla trista e malvagia bestia troncò la tes.ta, che gettò al di là della muraglia nella cittadella di Golocumba. La trsta si putrefece. Mosche e mosconi ne uscivano come dalla gola di un forno. Tanto meraviglioso fu il loro numero che, sotto l'impeto, le grosse muragHe si spaccarono dall'alto al basso, sptofondarono le torri e crollò il torrione. » . Questa curiosa leggenda richiede qualche spiegazione. Nell'antichità, si credeva che Je mosch~ fossero un prodotto d·ei cadaveri in decomposizione. Molti di voi ricorderanno quell'episodio delle Georgiche, in cui è narrato come il pastore Aristeo ottenne il suo sciame di api. La ~ibbia cita Baal Zebub, il Dio delle mosche. Questi tafani e queste mosche, che proV'engono ·dalle carogne in putrefazione, o dal drago colpito da sa.n Giorgio, sono il,nime pérverse; ne son prova i loro morsi crudeli e la loro set,e di sangue .. Baal Zebub, ci dicono i teologi e i commentatori dei libri sacri del cristianesimo, è il Principe dei diavoli. Per conseguenza, le !Ilosche di cui si tratta rappresentano dei diavoli, e i diavoli rappres.entano delle mosche. Il popolo confondeva gli uni con le altre. . . . . Se volessimo metterci sulla strada delle mterpreta~1~m m~- stiche, e in questi racconti popolari non vede~e che ~e•, s1mboh, potremmo aggiungere che il drago, sopra menz1,?nato, e l Orco funesto, cioè l'incarnazione della morte e dell mferno. La test:i del mostro· che divora è il decesso, il suo ventre rappresenta ti
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==