L'università libera - n. 8 - ottobre 1925

234 L' i; N I V E n s I T À L I Il E n A E questo capovolgimento non è a vantaggio deUe religioni. Gohineau contesta la loro utilità sociale, e il Vangelo lo lascia freddo. _Tocqueville, che difende il cristianesi~no contro di lui, s'affligge e si sdegna che non si commuova leggendo il Nuovo Testamento (5). Nel 18<19,Tocqueville diventa ministro degli esteri, e prende Gobineau come capo di gabinetto. Ma la fortuna politica dei due amici è breve. Tocqueville dà le dimissioni, dopo il messaggio presidenziale del 31 ottobre 18'19, e Gobineau parte come segretario d'ambasciata a Berna. È l'inizio della sua lunga carriera diplomatica; che non interrompe però le sue relazioni con Tocqueyille. Egli tiene fedelmente il suo maestro ed amico al corrente . dei suoi lavori, delle sue riflessioni sul paese in cui abita, dei suoi prognostici sull'avvenire politico. Abbiamo così i suoi giudizi sulla Svizzera (1850-1854), sulla Germania (vista da Hannover e da Francoforte), sull'Austria e l'Italia, alla vigilia dell'unità italiana e dell'unità tedesca, e infine sulla Persia, dove soggiorna dal 1855 al 1858. Non c'è bisogno di dire l'interesse storico e documentario di queste lettere, .specialmente di quelle da Tehera , che formano un complemento indispensabile ai suoi « Trois ans en Asiè » e all'opera su « Les religions et les philo·sophies dans · ['A.sie centrale ». Noi, che c'interessiamo specialmente alla personalità dell'autore, vi troviamo prezios·e ·confidenze. Anzitutto, sulla sua carriera. I-In potuto destar meraviglia il fatto che un uomo di sì bell'ingegno abbia così poco emerso nella diplomazia, dove il suo nome, le sue relazioni gli aprivano largamente la strada. La corrispond·enza e-i spiega indirettamente le_sue sconfitte. Non aveva peggior nemico di sè stesso, del suo carattere. Nel gennaio 1851, Tocqueville gli dice bel bello che: se riusciva ad avere un po' più di cordialità arrendevole con gli uomini, non gli mancherebbe. nulla. Gobineau riconosce d'aver meritato questo rimprovero, a proposito di t~na certa disputa, al tempo in cui Tocqueville era al ministero. Ma non mette giudizio. Tutta quanta l'ambasciata di Berna (l'ambasciatore, il secondo s-egretario e l'addetto) domanda violentemente il suo richiamo, sin dal febbraio 1851. Ha esasperato i colleghi con i suoi·tapporti al ministero. Riesce a farsi mantenere a Berna, malgrado l'opposizione;· ma invece di star tranquillo e di far pncc, intriga per far mettere a disposizione il suo ambasciatore (6). Tutto il tempo, in cui resta a Berna, lo passa sul piede di guerra; e pare che il suo carattere combattivo ci si diverta (7). Tocqueville s'inquieta e teme che questo atteggiamento di eterna sfida gli giuochi qualche brutto tiro. Mandato a (5)- p. 22. (6) p. 156. (7) p. 159.

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