L'università libera - n. 7 - ago./set. 1925

L' U N I V E R S I T l L I B E R A 199 il passo; invece, per un quarto d'ora di popolarità - come per esempio il preteso scopritore napoletano delle « Deche » di Tito Livio - molti sacrificano tutta la considerazione che avrebbero potuto acquistarsi in avvenire con lavori veramente utili e geniali. Codesti Erostrati d·ella penna non si sono arrestati, neppure davanti alla colossale figura del nostro Colombo, al quale, dopq averlo espatriato, contestano anche il merito della grande scoperta, giungendo fino all'accusa di.. .. plagio! L'accordo internazionale anticolombiano è, sulla questione della priorità, ancora pii1 vasto di quello che riguarda la patria, inquantochè entrano in lizza anche i danesi, gli scandinavi, gli irlandesi, gl'islandesi e persino gli arabi, ma ... l'italiano Colombo, pur concesso che fosse esistito, non c'entra, od appena ... in caudal Vediamo, dunque, come si vorrebbe truffare il nostro Cristoforo, eppoi ... giù un'altra omerica risata ... Ed anz.itutto spazziamo buona parte della piattaforma avversaria con due semplicissime osservazioni: 1) Se Colombo trovò l'America già abitata (anche da popoli di antica civiltà, come poi si seppe) bisogna bene - se non si crede nella poligenia - ammettere che da qualche parte siano venuti, e quindi sarebbero essi i primi scopritori dell'America; ma qui saremmo ancora nella preistoria~ nell'età del bronzo o del ferro, nella platonica leggenda dell'Atlantide; 2) La maggior parte delle navigazioni bor~ali, storiche e leggendarie, tra la Scandinavia, l'Islanda, la Groenlandia e.... l'America, che oggi si danno e si ricevono per grandi rivelazioni, noi, italiani, pQssiam dire: sapevamcélo I inquantochè si leggono tutte in un'opera magistrale del conte Francesco Miniscalchi Erizzo - Le scoperte artiche (Venezia 1855, con Atlante) - opera che con grande meraviglia_ vedemmo dimenticata dai con- . temporanei ed anche nella « Bibliografia » dell' Amat di S. Filippo (1881). Sappiamo, dunque, dal Miniscalchi, che un pirata norvegi'o o danese, Naddod, scoperse l'Islanda nell'861, che l'islandese o no1'.vegio Gunnbjorn scoperse la Groenlandia nell'876 - -colonizzata nel secolo successivo (verso il 985) dal norvegio Erik Raudi (Enrico il Rosso) - e che (notate bene) le coste nordorientali dell'America settentrionale vennero scoperte dallo scandinavo Are Marson e successivamente da altri, tra il 986 ed .il 1347 (cfr. Rafn. Mem. sulla scop. dell'America nel X sec.) che le denominarono Helluland, Marckland, Vinland, ecc. Ma che perciò? Chi poteva interessarsi di desolate· regioni che si ritennero gelide pertinenze di arcipelaghti boreali, visitati anche dai baschi, dai normanni, e dai veneziani fratelli Zeno nel 13881400? . Ebbene, di tali ... rivelazioni (che i giornali premurosamente .

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