L'università libera - n. 7 - ago./set. 1925

194 L' U N I V E Il S I T À L I B E R A ·Nessuno più di. noi - che amiamo spingere il pensiero tra i misteri dell'Universo - può vantare una concezione veramente « cosmopolita » dell'umanità, ma quando si vede dovunque esaltare i propri paesi, i propri compatriotti, le proprie nazionalità, a dispetto ed a detrimento - quando non anche e denigrazione - delle altre, non si può rimanere insensibili alle umiliazioni che ci vorrebbero infliggere, e non ribellarsi al meditato disprezzo degli stranieri, anche quando tentano ingannare l'ingenuo mondo sul valore e persino sulla patria dei nostri grandi. Se in tempi modernissimi si potè constestare il merito e tentare l'usurpazione di invenzioni prettamente italiane, quali il telefono (Manzetti e Meucci), l'elettrotecnica (Pacinotti e Ferraris), la bussola giroscopica (Giuseppe Teti), la radiotelegrafia (Marconi), ecc. si comprende benissimo come - a secoli di distanza - si tenti anche di defraudarci, con pretese rivelazioni d'archivio, della più grande delle scoperte geografiche: prima col negare l'italianità di Colombo, poi col dire che l'America fu ~coperta prima di lui, due tesi che qui brevemente confuteremo, come abbiamo già fatto nel nostro opuscolo del 1892 intìtolato: « Cristoforo ·Colombo ed il quarto centenario della scoperta dell'America (Venezia, Soc. composi tori, 1892), estratto dall' « Annuario astro-meteorologico» del prof. M. Tono per il 1892. COLOMBO ERA ITALIANO. La questione della patria di _Cristçforo Colombo ha fatto scervellare ··molti storici e· riempire molti volumi, che qui sarebbe impossibile riassumere. ~la noi, che da oltre trent'anni studiam1110 e seguimmo tali pubblicazioni, possiamo sicuramente affermare - ed all'occorrenza dimostrare - che per oltre due secoli nessuno h~ mai dubitato che il grande scopritore del « nuovo .mondo» non fosse italiano; nessuna pretesa straniera si è. mai sollevata fino allo scorso secolo, e questo fatto costituisce, per noi, un tacito riconoscimento di una verità inoppugnabile, inquantochè se vi era un momento veramente opportuno per rivendicare ad altri paesi una gloria nazionale,· era proprio quello in cui tutto il mondo non parlava d'altro che delle meraviglie .e delle ricchezze che si ·andavano successivamente scoprendo nelle « Indie occidentali », che tutti dicevano scoperte dal « genovese » Colombo. Ma eccoci al primo scoglio. Colombo era veramente « genovese » nel senso di essere nato proprio a Genova, -0 nel senso più lato di « ligure )>? Qui la questione s'imbroglia, anche rispetto alla cronologia, poichè, dai documenti, più tardi riesumati, e riferentesi, certamente, a varie famiglie aventi il medesimo casato di « Colombo l>, si viene alla conclusione che il nostro Cristoforo dovrebbe essere nato tra il 1430 ed il 1456,

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