L'università libera - n. 7 - ago./set. 1925

L' U N I V E R S I T À L I Il E R A 223 meteo, che doveva « togli.ere a Giove il suo scettro e i suoi onori. » (Eschilo). Ma il trionfo fu di breve durata. J;,e donne perdettero di nuovo i diritti che cominciavano a riconquistare. La religione cristiana che, riprendendo e mett-endo in grande onore il mito della vergine madre, pareva dovesse aiutare le donne nella loro emancipazione, si trasformò •e divenne uno strumento d'oppres- · sione. Non si disputò più alla donna la sua funzione nella procreazione, ma si fece di peggio, si cercò di privarla della sua qualità d'essere umano. Si riunì un concilio per discutere se la donna fosse un animale inferiore, privo d'an_ima, e soltanto con la maggioranza d'un voto la Chiesa cristiana, fondata sull'antico mito femminile dell'immacolata concezione, decise che la donna aveva un'anima tale e quale come l'uomo. PAUL LAFARGUE • . ADRIANO TILGHER: Lo spaccio del bestione trionfante. Stroncatura di Giovanni Gentile. Un libro per filosofi e non-filosofi. - Piero Gobetti, Editore. Torino 1925. L. 5. · ., Questo libro, come dice il titolo, ha un carattere del tutto polemico, di critica ad perso11am, e, più che di critica, di demolizione. l'l: evidente l'intenzione non solo di combattere un sistema filosofico ritenuto erroneo, ma di « stroncare» l'uomo politico che di tale sistema si serve a favoi•e di un partito e come puntello del potere di questo. Da tale punto di vista il libro è un piccolo capolavoro, pieno di spirito ironico e sarcastico, che merita il successo che ha ottenuto perchè mantiene assai più di quello che promette nel titolo. Ma sarebbe uno sbaglio il credere che non vi sia dentro altro che una pagina, per quanto fortunata, di critica della personalità politico-intellettuale del Gentile. Il libro ha, sotto la sua veste letteraria, indiavolatamente sbarazzina, sotto la sua forma divertente, un contenuto di serietà, di coltura e di vera filosofia che il lettore ·non può far a meno di apprezzare, in quanto egli riesce attraverso la chiara esposizione del Tilgher a capire finalmente. che cosa sia questa specie di rompicapo intellettuale che prende i nomi di « attualismo », di « idealismo attuale >?, di << filosofia dell'atto puro», ecc. L'autore dedica il suo lavoro alla memoria dello Schopenhauer, che scrisse pagine roventi contro i « calibani intellettuali » del suo tempo, contro i filosofi salariati e di Stato; e rivolge appassionate ed amare parole, nel 324° anniversario della sua morte, a Giordano Bruno per de- . plorare la tristizia dei tempi in cui il _pensiero del Nolano viene non soltanto rinnegato ma falsificato e mistificato, e per augurare insieme un avvenire di liberazione intellettuale e morale. Preparato cosi lo spirito del lettore, il Tilgher chiama alla sbarra della sua disamina e della sua critica, l'attualismo gentiliano, di cui man mano svela il meccanismo logico (anzi sofistico) e ne mostra la poca consistenza e le assurdità. Cosi egli dimostra che questo tanto strombazzato sistema filosofico, mentre pretende di essere la quintessenza del criticismo è poi JJ.el suo fondo essenzialmente dogmatico,· mentre tutto vuol ridurre al pensiero, in realtà è di questo l'assoluta negazione, e conclude proprio l'opposto di ciò che pretende di essere. Meglio che teoria dello spirito come atto pnro dovrebbe chiamarsi teoria della natura ct1'me spontaneità bruta. Per lo spìrito concepito come tal sistema lo concepisce, muoversi vale quanto stare fermo. L'idealismo att~tale finisce così col_ negare il movimento ed il progresso;

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