L' U N I V E I\ S ·1T l L I B E R A 211 « animali domestici; uomini che non hanno gli istinti di que- « gli animali, e non sembrano vantare la ragione dell'uomo, o «- almeno le arti che derivano da questa ragione. Non Cl'edo eh•.\ « sia possibile descrivere o dipingere la differenza che passa fra « un uomo selvaggio ed un uomo in'civilito. È la differenza che « esiste fra un animale domestico ed uno selvaggio; e una par- « te dell'interesse che si prova guardando un selvaggio, è lo « stesso che spinge~ebbe taluno a desiderare di vedere il leone « nel sµo deserto, la tigre mentre dilania la preda nella giungla, « od il rinoceronte mentre si aggira pei piani selvaggi dell' A- « frica ». Mentre vede e fissa i dettagli, il Darwin nelle sue note si alza spesso a dominare e a farci dominare lo spazio ed il tempo. Ed anche in queste ascese lo seguiamq con vero diletto. Quando si trova, ai piedi delle Cordigliere, davanti ad alcuni tronchi d'alberi silicizzati, scrive una magnifica pagina di geologia che potrà essere ora discussa, ma che ancora ci lascia profondamente impi:essionati: « Ci voleva un po' di pratic'a geologica per interpretare la « storia meravigliosa di questa scena; tuttavia confesso che da « prima rimasi tanto attonito da non potere quasi credere alla « più chiara evidenza. Io vedeva il luogo ove un gruppo di be- « gli alberi faceva ondeggiare i loro rami sulle spiagge dell'A- «. tlantico, quando quell'oceano (ora ritiratosi di settecento « miglia) veniva fino ai piedi delle Ande. Io vedeva che erario ve- « nuti su da un suolo vulcanico, il quale erasi sollevato sul Ii- « vello del mare; che in seguit9 questa terra asciutta coi suoi « ritti alberi, si era affondata nelle profondità dell'Oceano. In « quelle profondità la prima terra asciutta era stata coperta « da strati sedimentari, e questi pure da enormi correnti di « lava sottomarina, di cui oglli massa raggiungeva lo spessore « di 300 metri; e questi diluvii di pietra fusa e di depositi ac- « quei erano venuti alternativamente sparsi per cinque volte. « L'Oceano che riceveva masse di tale spessezza, doveva es- « sere stato sommamente _profondo; ma le forze sotterranee « nuovamente si misero in azione, ed io vedeva il létto di quel- « l'oceano formante una catena di monti alta più di duemila .« e centò metri. Nè quelle forze contrarie sono state inerti, « mentre sono sempre operose, _consumando la superfice della « terra; grandi masse di. strati' sono sfate divise da molte lar• « ghe valli, e gli alberi, ora mutati in silice, vengono scoperti « e sporgono dal terreno vulcanico conversi ora in rocce nel « luogo dovè anticamente verdi e rigogliosi sollevavano le loro « altissime cime. Presentemente ogni cosa è senza vita e de- « serta; anche i licheni non possono aderire ai tronchi pietro- « si degli antichi alberi. Per quanto grandi e appena compren- « sibili possano sembrar~ siffatti mutamenti, !!SSi sono tuttavia
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