L'università libera - n. 6 - giu./lug. 1925

L' UN I V E I\ s·J T À L I BE I\ A 169 Avezzana, a Manara, a Mameli, a Zambeccari, al Forbes, ecr, e poi ai vari agenti diplomatici, a personaggi illustri stranieri, op.- pure a uomini modesti e oscw·i ma utili, mostrano come Mazzini pensasse a tutto e di tutto si preoccupasse: dell'armamento, degli ospedali, dei prigionieri, dei feriti, dell'ordine interno, delle difese esterne, delle trincee, delle sortite, dei rapporti con l'estero, dei moti di Francia, delle trattative diplomatiche e militari, e via dicendo. E con ciò trova modo di tenere, passo passo, informata -di tutto' sua madre e i suoi amici di Londra, di Lugano e di Francia. Attraverso l'epistolario si segue lo svolgersi del dramma romano quasi meglio che in una narrazione sistematica .... Il 28 giugno Mazzini scriveva a George Sand: « Amica mia,. assisto all'agonia di una grande città ed il mio cuore agonizza; con lei. Dal 20.... i soldati del generale Oudinot sono sulla brec_-, eia». Ed il 3 luglio alla madre: « •... Roma ha ceduto. Ceduto• mercè l'Assemblea ... Io oggi ho dato la mia protesta in iscritto al-. l'Assemblea; ì francesi hanno alcune porte e stanno trattando, col. Municipio ... ». Il 7, sempre alla madre: - « Due linee per tenei:vi tranquìlla. Sto bene di salute. Ecco tutto. Dei francesi non ho voglia di parlare; trattano qui peggio assai dei Croati. .Stato d'assedio; a· casa alle nove e mezza; disarrnamento; commissioni militari; arresti. Nessun onesto vuol servirli. L'ufficialità dà la sua <limissione. La truppa è in disfacimento. Gli impiegati buoni ab-. bandonano. Essi si circondano di spie, ladri, vecchi agenti, di Gregorio ... » Alla sua amica Emilia Hawkes a Londra conferma: « •.•• La Guardia Nazionale è disciolta. Viene esibita sempre, in modo vile· e feroce, la forza bruta .... Il Consiglio municipale ha dato le sue•· dimissioni. I governatori francesi si circondano di spie, di l;:tdri, di malfattori. Il popolo ne uccide alcuni qua e là. Questo è lo stato attuale di Roma. » (1 ). Notevole, sempre da Roma, il 10 luglio, una lettera di prese~1'"· tazione a favore di Pisacane, partito per Londra, ad Emilia Hawkes: « Pisacane è un amico, uno dei nostri. È stato capo- di. Stato maggiore nel nostro esercito di Roma, e si è comportato da uomo forte, coraggioso e da vero patriotta. A me piace moltissimo· e sono certo che piacerà anche a voi. » {2). L'ultima lettera scrjtta da Roma, a Nicola Fabrizi, è del 12 luglio; ed il 13, dieci giorni dopo l'occupazione francese, partiva clandestinamente dalla città• ov'era giunto, accolto sì festosamente, quattro mesi prima. Si trattiene in segreto fino al 17 a Civitavecchia, e di qui salpa in incogn_ito per Marsiglia, passando dinanzi a Genova; ed iJ 20 riparte per Ginevra. Egli riprende così la malinconica-vita deJL'esule; ma da Ginevra scrive a George San<l: « Non mi credete scoraggi_ato; ricomincerò <lomani a lottare, se l'occasione se ne presente- (l) Idem, idem. - pag. 173, 181, 183 e 186. (2) Idem, idem. - ·pag. 205 e 206.

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