190 L'UNIVERSITÀ LIBER~ Abbiamo visto tanto lla poter comprendere come nascono, come si formano e si sviluppano i miti, ed anche come finiscono. Si presenta un'idea abbastanza viva per produrre una immagine. La prima figura ne genera di nuove, altre si succedono e si sovrappongono, se1npre più numerose: si animano, entrano in movimento, si condensano e si terminano in dramma. * * * Immaginiamoci un cacciatore d'altri tempi; ha perduto or ora la sua compagna, la. m:adre d.ei suoi figli. Ancora ieri essa era cosi gaia, così viva e animata, balzava come una biscia attraverso i cespugli ... Eccola che giace, rigida e fredda. Là inorte le ha scoccata una freccia ben mirata. La Morte ... la Morte! Ecco una terribile cacciatrice che 11011 manca mai un colpo! E il cacciatore paragona le varie morti alle diverse modalità della caccia. Vede la terra come una riserva di selvaggina; al mondo non ci sono che cacciatori e cacciati. Il leone caccia diversamente dalla tigre. - Ogni assassino ha il suo metodo speciale: lupi e volpi, cani, gatti e sciacalli. Il coccodrillo ha i suoi particolari modi d'agire, il pescecane i suoi; parimenti la trota e il luccio. L'aquila, il falcone, il nibbio non agiscono come le rondini, le cicogne, i pellicani, o cormorani, i martin-pescatori. li ragno ha il suo sistema. Ed ecco che viene l'uomo, l'uomo il Gran Cacciatore, quello che sa e fa tutte le perfidie. Scava fosse che ricopre di foglianie; ora si nasconde e resta immobile sotto un travestimento, ora corre e salta; impania, trafora, taglia, ammazza, schiaccia .... Quale varietà d'armi e di ordigni! Come la Morte, come la Morte! Le sue vittime, egli le abbatte ad una ad una, con l'astuzia e con la pazienza. Oppure le mas_sacra con fracasso e furia, le spinge nelle battute verso le immense reti. Sempre come la Morte, come la Morte! Una metà della fauna mangia l'altra ·metà. L'uomo si pasce di mille prede e, a sua volta, il Dio della Morte si pasce della moltitudine umana. Il Vecchio Assassino uccide e mangia, mangia e uccide la sua preda, non interrompe d'uccidere che per mangiare, non interrompe di mangiare che per uccidere. . . . Quando la caccia non fu più il solo o il maggiore mezzo d'esistenza, si trovò per la Morte altra materia di paragoni. Così, in un'epoca relativamente recente, l'Europa cristiana non riusciva a stancarsi delle "Danze Macabre». Nell'anno 1424, proprio dnranle i disastri della guerra anglo-francese, i Parigini se ne diedero la parodia al cimitero degli Innocenti - certo, avevano scello bene il luogo -, e mostrarono ai duchi di Bedford e di Borgogna una Danza della Morte con una magnifica mascherata. Per due o tre secoli si gnardh con Lrislc diletto Thanatos presiedere al gran ballo della vita. La Morte, direttore d'orchestra, segnava la battula alla quadriglia d'onore formata dall'Im-
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