L'università libera - n. 6 - giu./lug. 1925

L'UNIVERSITÀ LIBERA lenkoenig, in inglese Hellking, in dialetto normanno Hellequin, è il Dio della Morte. Hellkoenig gira per la terra, va e viene, prende chi gli pare, bimbo o vecchio, uomo o donna, e lo spedisce nel regno tenebroso. Ordinariamente colpisce le sue vittime· ad una ad una; ma quando opera in grande, facendo la guerra, la peste o la fame, som'iglia all'uccellatore che spinge nella rete un volo d'uccelli per massacrarli. Allora il Cacciatore Nero, il Grande Uccisore d'uomini si chiamerà Alessandro o Cesare, Attila, Gengis o Tamerlano, assumerà il nome di quei terribili Re ed Imperatori, che massacrano popoli interi, abbattono città, fann9 sanguinosi macelli e compiono le grandi cavalcate della Morte. « È la gente d'Harlequin ! » È Harlequin in persona! - * * * Gia parecchi anni fa Paulin Paris azzardava l'ipotesi che la Bande flellequine avesse dato il nome al cimitero d'Eliscamps, presso Arles, che alcuni derivavano dai Champs-Elysées, ma che • egli spiegava con Aleschans, Hell's King. E Jean-Jacques Ampère ebbe la sagacia di accostare Hellequin ad Harlekin, e specialmente ali' Arlecchino bergamasco, vestito e mascherato di nero. Ecco \ma bella sorpresa! Cosi le arlecchinate, queste amene buffonate, furono una volta un mistero religioso! Così si cambiò , · in divertimento ciò ch'era stato materia di spavento? - Sì, si mutò la propria paura, paura matta, in amenità, smorfie, e scop- . pi di riso. Gli Etruschi d'un tempo avevano rappresentato il loro tremendo dio della morte come un gigante armato di una pesante clava con cui spaccava i crani. Questa clava, i frivoli Bergamaschi e quegli ameni Fiorentini la trasformarono in una leggera spatola che prese in n-i.ano quel birbante di Arlecchino. E nascosto dietro la sua maschera nera, Arlecchino guarda lo spettacolo che gli -offre la gente che va e viene, segue con sinistra ironia gli attori' della commedia umana: - Ecco il signor Pantalone: vecchio giudice, vestito di scuro, di mezza età, imbecille e avaro, egoista accanito, piccolo borghese sino alla punta delle unghie.' Ecco il nostro amico Pierrot, il figlio di papà; è vestito di bianco, come le sue malizie. Ingordo, vile e ladro, finge d'essere imbecille e Io diventerà se ne avrà il tempo. Ecco Colombina in gonnellino rosa, sgambettando con le. sue gambe fini e svelte: è la viziosa e incantevole Colombina. E quel sornione di Arlecchino arriva alle spalle. S'insinua, rovista di qua e di là, lugubre e buffone, il suo occhio illumina la maschera di velluto. Paf ! Arlecchino colpisce Pantalone. Paf ! Arlecchino colpisce Pierrot. Paf ! Arlecchino colpisce la povera Colombina. Paf ! paf ! Arlecchino colpisce tutti; Arlecchino non ne manca uno,- non ne manc-heri1 una; lutti, tutti passerannò di H. Non abbiamo fatto che sfiorare l'argomento, che interessa i voeti e gli artistt, e anche i filosofi.

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