L' U N I V F. R S I T À L I R F. R A 179 Lo stesso san Giustino cita con fiducia gli oracoli delle sibille; di piit pretende aver visto i resti delle piccole case dove furono rinchiusi i settantadue· interpreti nel faro di Egitto, al tem.po di Erode. La Leslimonjanza di un uomo che ha avuto la . disgrazia di vedere quelle piccole case sembra indicare che l'autore vi doveva essere rinchiuso. Sant'Ireneo, che vien dopo, e che credeva pure nel regno di mille anni, dice di aver appreso da un vegliardo che San Giovanni aveva fatto l'Apocalisse (Libro V, capitolo XXXIII). Ma si è rimproverato a Sant'Ireneo di avere scr-itto che non vi devono essere che quattro Ev.angeli, perchè non vi sono che quattro parli del ._mondo e quattro venti cardinali, e perchè Ezechiele non ha visto che quallro animali. E questo ragionamento lo chiama una dimostrazione. Bisogna confessare che il modo con cui Ireneo dimostra, vale quello con cui Giustino ha veduto. Clemente di Alessandria, nella sua Elecla, non parla che di un'Apocalisse di San Pietro di cpi si faceva un gran caso. Tertulliano, grande partigiano del regno di mille anni, non solamente assicura che San Giovanni ha predetto questa resurrezione e quel regno dei mille anni nella città di Gerusalemme, ma pretende che .questa .Gerusalemme cominciava già a formarsi nell'ari.a~ che tutti i cristiani della Palestina, ed anche i pagani, l'avevano veduta· durante quaranta: giorni di seguito al termine della notte; ma disgraziatamente la città spariva appena era giorno. ,· · Origene, nella sua p~efazione suH'Evangelo di San Giovanni e nelle sue Omelie, cita gli oracoli dell'Apocalisse, ma cita ugualmente gli oracoli delle sibille. Frattanto San Dionigi di Alessandria, il quale scriveva verso la metà del terzo secolo, dice; in uno dei suoi· frammenti conservati da Eusebio (Storia della chiesa, libro VII, cap. XXV), che quasi tutti i dottori rifiutavano l'Apocalisse come un libro privo di ragione, e che quel libro non è stato affatto composto da San Giovanni, ma da un tal Cerinto, il quale si ~ra servito di un gran nome per dare maggior peso alle sue fantasticherie. Il concilio di Laodicea, tenuto nel 360, non contò affatto l'Apocalisse tra i libri canonici. Era ben singolare che Laodicea, che era una chiesa alla quale l'Apocalisse era rivolta, rifiutasse un tesoro ad essa destinato, e che il vescovo di Efeso, il quale assisteva al concilio, rifiutasse pure quel libro di San Giovanni sepolto in Efeso . ... Era. b_en visibile a tutti che San Giovanni si moveva sempre nella sua fossa, facendo continuamente _alzare ed abbassare la terra. Eppure le stesse persone eh~ erano sicure che San Giovanni non era morto del tutto, erano sicure anche ch'eglj non . aveva fatto l'Apocalisse. Ma coloro che parteggiavano per il regno di mille anni furono incrollabili nella lorn opinione. Sulpicio Se-
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