L'università libera - n. 5 - maggio 1925

I.'UNIVERSITÀ l,IDERA 133 1901 e 1903, ma poi, viste e sapute tanle altre cose, gli diedi il fatto suo nel n. 16 del mio Astrofilo (marzo 1906), dimosti:ando l'egoismo, anzi l'egocentrismo (pretesa di accentrare in sè tutto il mondo astronomico, come altri vorrebbe fare del mondo politico e sociale) di colui che pure si proclamava citoyen de l'Un}vers, mentre, in i:ealtà, osteggiava tutti gli altri divulgatori, anche francesi, belgi, messicani, ecc., e non citava lavori, anche importanti, che non contenessero adulazioni per lui. Nell'Avanti! del 7 giugno 1925 il prof. Sacerdote tessè un elogio un po' esagerato di codesto « figlio del proletariato », rapidamente. imborghesito, non ricordando, forse, che, sull' Avanti! stesso - del 5 settembre 1905 - a proposito dei salamelecchi fatti alla bigottissima moglie di Colui che confermò la sentenza di morte di F.rancisco Ferrer·, si leggeva questo.... codicillo intorno « alle chimere mirabolanti del misticismo ipnotelepsicopatologico flammarioniano, che librariamente è una invenzione eccellente, uno dei tanti e vili mezzi di speculazione». Mentre, poi, egli - il grande e puro apostolo di Urania - . protestava ad ogni minima riproduzione di qualche periodo o .disegno tolto dai suoi libri, egli, dico, non si peritava ad attingere, senza citazioni, a mille libri, ed è veramente colossale il suo plagio della legge della caduta dei. pianeti sul Sole, che egli afferma di avere trovata dopo molte fatiche e molte veglie mentre già si trova in Newton (1684), nell'opera del nostro Frisi (1768), ecc. Dunque, o trattasi di un g.rosso plagio, o di grave ignoranza astronomica. Ecco perchè non lo chiamo « astronomo » o « Mae- · stro » come tanti «membri», i quali dimenticano che un vero astronomo non può approvare l'assurdità dell'« ora estiva», nè l'interruzione delle settimane, come Flammarion propose nel di lui progetto di· « Calendario razionale ( ?) perpetuo. » Insomma, tutto sommato, non rimane, all'attivo di Flammarion, che l'attiva e geniale propaganda, i lavori sulle stelle doppie e su Marte, la fondazione della rivista mensile, dell'Annuario e della Società astronomica di francia. Non è poco, e si potrebbe anche dir molto se il buono non fosse stato in gran parte frustrato dalla sua pessima· filosofia. Comunque, sappiano e .ricordino ben bene tutti i « membri » della Società che se anche conoscessero a menadito tutte le opere di Flammarion non potrebbero _ancora vantarsi di sapere l'Astronomia, perchè ignorerebbero i metodi d'osservazione, di riduzione ed i calcoli indispensabili pe-r trattare i problemi anche più elementari di meccanica celeste. Gli effetti della propaganda flammarionesca si rispecchiano in questi due episodi: quello di Ìnadaine X.... che destinò una bella somma per chi sarà capace di mettersi in comunicazione con un pianeta che non sia Marte, perchè, dando retta a Flammarion, credeva che con Marte si fosse già in confidenza; e quel-

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