L'università libera - n. 5 - maggio 1925

L' U N I V E R S I T À L I B E R A 131 verso, e con la vita va associata l'intelligenza ... dove cessa l'incandescenza della materia comincia la vita, e benchè questa non sia penetrabile dai nostri telescopi, dall'analogia del nostro globo possiamo argomentarne la generale esistenza negli altri». Naturalmente nessuno può pretendere che la vita si manifesti dovunque egualmente, e gioca sull'equivoco chiunque nega la vita sugli altri mondi, perchè assai diversi dal nostro e non suscettibili di vita .... umana, come se l'uomo fosse l'unico prodotto vitale della natura universale, il che sarebbe davvero sconfortante e.... vergognoso per la· natura stessa! Fu, certo, quest'ultima considerazione che - da Bruno a Flammarion - sostenne la credenza o la fede in mondi migliori, sia colla speranza di trasmigrarvi in ispirito, come ritenne il nostro Camillo, sia per semplice .... decenza! FILOSOFIA STRkMPALATA. Nello stesso 1865 Flammarion pubblicò un'opera filosofica: Dio nella Natura, assolutamente imconoludente, poichè, mentre non vuol passare per panteista, definisce il suo Dio così: « una forza vivente e personale, causa dei movimenti atomici e delle leggi dei fenomeni, ma.... inconoscibile; se Dio cessasse un istante di esistere la vita (perchè soltanto la vita?) dell'Universo sareb,be immediatamente tlistrutta ». Dio, dunque, è.... una forza, è.... vivente ed è... personale, ma è anche... inconoscibile, ed allora, come si può dire che sia una forza, e vivente e personale? Roba da matti, cioè no, da .... profondi filosofi, inquantochè i pazzi, i folli, secondo Camillo, sono gli atei che credono all'indistruttibilità ed all'eterna evoluzione della materia senza scervellarsi intorno all'enorme mistero della sua esistenza, che non sarà mat dipanato, ma che non deve sfruttarsi per speculazioni filosofiche o religiose. Per Camillo la sua accanita avversaria Clemenza Royer, atea e dottissima, non era che un cervellino; Com te, Biichner, Molescott, Haechel, ecc., dei... faliiti, Darwin un valore, sì; ma ... molto relativo, e così via legando in u.n fascio materialisti, posit~visti e razionalisti, per innalzare sull'altare di Urania le sue tante fantasticherie idealistiche (spirituali o spiritiche) come l'immortalità e la trasmigrazione dell'anima, i segnali e le conversazioni coi trapassati, ecc., tutte questioni senza base positiva, che io abbandonerò senz'altro ai molti, ai troppi grrandi filosofi dell'era nuova, destinati a scredita.re la cultura scientifica, e quella che Galileo e Newton chiamarono « filosofia naturale». Senza neppure accennare alle altre opere .... deleterie del mistico astrofilo di Juvisy - purtroppo già molto diffuse - diremo, invece, di quelle più utili per l'insegnamento dell'astronomia, accennando anche alle istituzioni fondate per sua iniziativa.

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