156 ,., u N I V E n s I T À L I B E n A picca re i loro scheletri; sicchè, ben presto, l'idea della morte fu associata a quella della foresta. Ma ecco che ci accorgiamo d'aver trascurato di dire - di qui avremmo dovuto cominciare - che i cimiteri sono il luogo ove più spesso sorgono gli spettri e i fantasmi. I vivi non vengono forse qui a visitare i defunti e a trattenersi con loro? Per quanto riguarda i crocicchi, coloro che hanno visitato Pompei o hanno camminato a Roma per la via Appia, non ignorano l'antico costume di seppellire i morti lungo le strade, specialmente quelli dell'alta società. Questa usanza esisteva anche nella Gallia, dove le grandi vie erano fiancheggi;ite di tumuli. E i Corsi raccontano ancora di vedere apparire i loro defunti nella strada stesi sopra una barella e circondati di ceri accesi. Ch,i aveva un _cane prediletto, ne è accompagna~o. E sino a poco tempo fa in Normandia, all'epoca della quaresima, le donne si radunavano dopo il tramonto e andavano a pregare e a cantare dei salmi ai piedi delle croci che sono erette ai crocicchi. Quindi i morti frequentano i luoghi, quali che siano, dove sono stati sepolti. La maggior probabilità d'incontrarli si ha proprio li, nella loro dimora ufficiale. Se abitano la foresta, si va a cercarli; ma non bisogna ignorare che, in progresso di tempo, molti defunti si sono stabiliti lungo le vie di comunicazione e nei luoghi dove si biforcano pii1 sentieri. Un'altra eccezione a quanto la formula sopra enunciata poteva avere di troppo assoluto. Avevamo detto che gli spiriti amano i luoghi solitari e tranquilli, che frequentano i deserti, le macchie e le lande, le paludi e i giuncheti. Ciò che non impedisce a certi morti di ricercare il rumore e il movimento, di preferire le rupi battute dai flutti e rose dalla marea. Un gran numero si dilettano delle ·bandiere e delle banderuole sventolanti, stabiliscono la loro dimora nelle gole e nelle strette dove s'ingolfano i venti furiosi, dove si scatenano le tempeste. Più oltre, vèdremo abbastanza facilmente il come e il perchè. Frattanto supporremo molto se'mplicemente che nell'altra vita, come in questa, le persone differiscano per i gusti e i tempera- · menti, e che alcuni amino dei luoghi dove gli altri non amano stare. * * * Abbiamo detto che non tutti gl'individui hanno eguale attitudine a vedere le apparizioni. Ci vuole il temperamento, e certe condizioni fisiche e morali. In altri termini - per quel che ne sappiamo - gli spiriti sono i.n noi e non già fuori di noi. Ohi li vede, li percepisce, proiettandosi dall'interno sull'esterno, per immaginazione; le sue idee prendono forma, e spesso una forma precisa e distinta; ma questa forma è priva di so.stanza. Le apparizioni sono favorite da hitto ciò che agisce sul sistema nervoso. Condizioni favorevoli sono una salute scossa, una
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