L'università libera - n. 5 - maggio 1925

• PUERICULTURA PREGIUDIZI Quantunque il compito non sia facile, mi accingo a svolgere qualche argomento affine a quello trattato nel N. 2 di questa Rivista, promettendomi di parlare, in numeri successivi, anche di problemi educativi. Mi riesce tanto penoso veder soffrire i bambini e penso che anche a qualche mamma non dispiacerà di seguire il mio pensiero, di ragionare un poco delle sue creature. Generalmente, non si sorveglia l'alimentazione infantile, si trascura la decorrenza dei pasti e la nati,ua degli alimenti; e ciò è grave errore anche se -riguarda il primo periodo di vita. La madre ha una grande preoccupazione di dare il latte e si spaventa se le sembra che il suo piccino poppi poco. Vorrebbe vederlo suggere avidamente, voracemente. Appena lo sente vagire gli porge il seno. Vorrebbe guarirgli ogni male col proprio petto. Si pecca così di super-nutrizione. Non si lascia al bambino il tempo di digerire il latte ingoiato, e tanto meno si lascia ad uno stomaco, non ancora abituato al lavoro, il tempo di riposare. Difficilmente (e per lo più solo in casi di incoscienza) si deve esortare la madre a nutrire maggiormente il proprio bambino. Lessi in una trattazione di puericoltura che i medici in Norvegia sono riusciti a persuadere le mamme a lasciar trascorrere circa 5 ore fr.1 una poppata e l'altra e persino 6 ore durante la notte. Molti casi di idiozia e di irrequietezza nervosa sono causati dalla soverchia nutrizione infantile o dalla ·cattiva nutrizione (somministrazione di pappe, di amidacei, di bevande eccitanti quando lo stomaco non ha ancora acquistato una completa capacità digestiva). Fermiamo la nostra osservazione su di un altro fatto: i- neonati hanno le ossa tenere ed il corpicciuolo delicato. In poco tempo crescono di statura. Traggono grande profitto dall'alimentazione. I loro primi lavori sono il mangiare ed il muoversi; allora, perchè non si dà il bando alle fasce? a quelle strisce di stoffa che imprigionano il bambil'.o, che gli comprimono il petto, che gli contendono il diritto di espandersi? Contrariamente alla credenza comune, le fasce affaticano il bambino, il quale ha bisogno di dilatare i suoi polmoni, ha bisogno di compiere quella ginnastica che gli favorisce il ricambio degli elementi cattivi con quelli buoni per il suo corpo. I movimenti, che solo lui stesso sa guidare e misurare, gli sono fonte di forza e di vitalità. Al bambino inoltre riesce disagevole il sentirsi - fin dai primi giorni di vita - sballottare e stringere nelle fasce, mentre gli riesce comodo lo stare sdraiato su di un guanciale o di un materasso, coperto di panni che non gli imprigionano nessuna parte del corpo. Eccettuata la semplice ben- . da consigliata dalla cura ostetrica nessun indumento deve. li- _mitare il movimento del torace e delle ,membra infantili. L' im-

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