L'università libera - n. 5 - maggio 1925

L' U N I V E R S I T À L I B E R A 139 deva. la proclamazione e gli statuti nuovi di una repubblica. a'd una àssemblea o Costituente italiana liberamente eletta, cosi patrocihava la convocazione d'un grande Concilio dei credenti, i quali deliberassero una riforma ed una nuova organizzazione religiosa non più basata, come il Papato, sull'immobilità e l'obbedienza p~ssiva, ma sul mutuo consenso ed, il libero ossequio nel vincolo puramente spirituale delle comuni credenze. Noi siamo oggi troppo lontani, per tempo e per idee e sentimenti, da questo spiritualismo deista, e ne vediamo di più il vuoto, le contraddizioni ed anche il pericolo grave di rinascenti tirannidi, cui certe affermazioni e costruzioni religiose di Mazzini potevano. dar luogo (1); ma riportandoci ai tempi d'allora comprendiamo come esse potesserb esercitare una forte suggestione su ·quegli spiriti in cui il sentimento mistico si accompagnava all'ardente desiderio di libertà. Ciò ci aiuta a comprendere il sacrificio dei sacerdoti Andreoli, Ugo Bassi, Grioli, Graziali, Tazzoli, ecc. D'altra parte queste idee e aspirazioni mazziniane ad una riforma religiosa non mancavano di suscitare nei cattolici più fedeli alla Chiesa la paura dell'eresia; e questo deve aver contribuito non poco ad acufre le òstilità cattoliche contro la Repubblica di Roma, dove al posto d'un pontefice fug- · gito si vedeva sorgere ed affermarsi sempre più la figura pericolosa non solo d'un rivoluzionario politico, ma d'un eresiarca. * * * Lo scritto di questo volume che meno mantiene le promes- · se racchiuse nel titolo è La Santa Alleanza dei Popoli. V'è sempre, certamente, il medesimo sentimento d'entusiasmo e lo slancio in avanti, l'aspirazione ad un migliore e più degno avvenire dell'umanità, che è in tutti gli altri scritti mazziniani; ma la visione di questo avvenire è assai meno chiara. Non vi si comprende con precisione -come Giuseppe Mazzini concepisca la organizzazione della vasta ·federazione dei popoli, che sarebbe nei suoi voti. Vi sono altri scritti di lui sullo stesso argomel).to assai (I) li deismo e la concezione neo-sacerdotale della dottrina religiosa di G. Mazzini costituiscono la parte più caduca di tutte le sue leorfo. Michele Bakunin ne ha scritta una critica ed una confutazione delle • pili esaurienti, sopratutto lumeggiandone le contraddizioni e i pericoli dal punto di vista della causa della li~crlà e del progresso umano. Alcuni dati scientifici su cui Bakunin si basava forse oggi appaiono meno sicuri, e certe ipotesi non hanno più ora quell'aspetto di certezza sotto cui si presentavano ai tempi in cui Bi.ichner, Moleschott, Vogt, ccc., le affacciavano. Ma .indipendentemente da ciò, la confutazione del deismo mazziniano fatta da Bakunin conserva qu,asi al completo il suo valore appunto perchè, trasportata rlallc scienze naturali sul terreno pratico politico e sociàlc, essa rivendica alla libera iniziativa umana il progredire delle società e dà un punto di partenza lutto umano e sociale alla concezione ciel dovere, della lotta e del sacrificio per· la conquista d'un migliore avvenire dei JJOpoli (L. Fabbri).

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